8 Marzo, Roma – Unico nel suo genere in tutta Europa, giovedì 6 Marzo è stato inaugurato il Macri, primo museo contro i crimini ambientali. Il progetto ha come obiettivo quello di sensibilizzare il grande pubblico contro i danni causati dall’uomo al patrimonio ambientale.
La necessità di fondare un museo di tali caratteristiche è figlio di alcuni dati sconcertanti: solo negli ultimi sei mesi del 2013, il corpo forestale ha riscontrato 5095 reati ambientali, con oltre 13970 illeciti amministrativi accertati.
Il museo è suddiviso in sette sezioni: incendi, inquinamento e rifiuti, taglio illegale, Cites, maltrattamento animale e tecniche investigative. Tale suddivisione ha il compito di informare i visitatori riguardo la gravità dei crimini legati all’ambiente per ciò che riguarda il commercio illegale della flora e della fauna, illeciti tra l’altro sempre più ricollegabili al crimine organizzato. In virtù di questo fenomeno, il museo mette in risalto gli strumenti in possesso dello Stato contro l’illegalità legata al contrabbando e al bracconaggio, i quali deturpano in modo similare sia tanto il mondo vegetale quanto il mondo animale.
Il Macri si estende su circa 400 metri quadrati, spazio in cui sono stati ricreati contesti ambientali specifici che riproducono i fenomeni criminali e i danni che questi causano all’ambiente. Ai visitatori, viene dato il benvenuto attraverso un filmato dell’etologo Danilo Mainardi, il quale spiega il compito e le finalità del Macri. Superata la fase introduttiva, al filmato di benvenuto, seguono una serie di pannelli in duplice lingua, che per ogni argomento offrono una spiegazione chiara e curiosità statistiche. Nella sezione dedicata agli incendi e all’inquinamento ambientale sono presenti esemplari vivi di avocetta, uccelli dallo strano becco all’insù, e testuggini marginate, in rappresentanza rispettivamente quali vittime dell’inquinamento delle zone umide e degli incendi boschivi.
L’area dedicata al taglio illegale delle foreste pluviali la fanno da padrona gli storni purpurei e i turaco di Livingstone, le tortore dalle ali verdi e i roul roul, uccelli appartenenti alla famiglia dei fagiani. In posizione centrale, ci sono le Cites e le loro teche espositive, al cui interno è possibile ammirare specie imbalsamate e parti o prodotti derivati confiscati, precedentemente custoditi dal Corpo Forestale dello Stato e qui esposti per la prima volta. Altre teche sono poi dedicate al bracconaggio e l maltrattamento animale, accompagnate dagli strumenti di cattura illegale.
Altre teche ancora, al contrario, espongono gli strumenti più comuni di investigazione propri della Guardia Forestale e degli investigatori dell’ambiente: tali strumenti vanno dalle tecniche di laboratorio forense, al laboratorio mobile della Forestale. A queste, si aggiungono anche tutte quelle tecniche di individuazione dei punti di innesco degli incendi boschivi, il criminal profiling , le tecniche di individuazione delle specie protette e gli strumenti di collaborazione internazionali.
E’ stata allestita anche una sala audio-video dove attraverso numerosi filmati vengono spiegate le attività svolte dalla Guardia Forestale a difesa degli ecosistemi a rischio.
La visita si chiude con un’area dedicata ai bambini, i quali possono farsi fotografare dietro delle sagome che ritraggono a grandezza naturale l’investigatore della natura. Durante l’intero percorso sono stati collocati inoltre dei totem interattivi con tecnologia touch-screen, i quali possono essere consultati per ottenere maggiori informazioni o ragguagli sulla posizione in cui ci si trova e le peculiarità della sala in cui questo è posizionato. I totem danno la possibilità, nello specifico, di accedere ad ulteriori filmati, informazioni e presentazioni Power Point ricollegabili sempre ai diversi crimini ambientali e alle tematiche affrontate durante tutto il percorso.
Il Macri segue gli stessi orari di apertura e chiusura del bioparco e il costo della visita è compreso nel biglietto di quest’ultimo.