Roma, 17 marzo – 16 marzo 1978. Ricorreva ieri il trentaseiesimo anniversario del rapimento di Aldo Moro. Via Mario Fani si riempie di corone di fiori secondo un rituale che vuole ricordare reiteratamente forse per non ripetere quanto accaduto. Il Sindaco Ignazio Marino, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, l’assessore regionale Ciminiello e il presidente Napolitano, anche loro a via Fani.
Aldo Moro, allora presidente della Democrazia Cristiana, fu rapito in quel giorno in cui morirono cinque uomini della sua scorta. Moro, dopo 55 giorni di sequestro, dal 16 marzo del 1978 al 9 maggio dello stesso anno, venne ritrovato cadavere in via Caetani nel bagagliaio di una Renault 4 rossa.
“La storia della lotta armata degli anni Settanta è negli archivi della Ddr e cecoslovacchi. È li che sono nascosti i segreti sul delitto Moro”. Così diceva Miguel Gotor storico e senatore PD sull’Huffington post del settembre 2013. “Si tratta di uscire dalla logica dei blocchi, per capire cosa succedeva quando l’Italia era una zona della guerra fredda”. Gotor, ha presentato un disegno di legge per una Commissione d’inchiesta sugli anni di Piombo. “Restituiamo credibilità alle istituzioni” diceva il senatore PD nell’intervista. Oggi però si vuole ricordare senza pensare a quanto fosse scomoda la figura di Moro, le lettere dagli accenni abbastanza espliciti tra cui le informazioni circa il Lodo Moro, rapporti informali fra una parte della diplomazia italiana e i palestinesi.
Marino taglia: “E’ importante da un lato ricordare il sacrificio di servitori dello Stato e dell’altro che la violenza e il terrorismo trovano sempre nuovi semi”. E sottolinea l’importanza di insegnare “con la memoria ai nostri ragazzi che le soluzioni per le grandi sfide dei nostri tempi si trovano attraverso percorsi di pace”.
Ma trentasei anni non sono bastati per far luce sul caso Moro. Inchieste giudiziarie e parlamentari, saggi, articoli e film non sono serviti a illuminare tutte le zone d’ombra del delitto che, forse più di ogni altro nella nostra storia repubblicana, ha colpito la coscienza del Paese e incrinato il rapporto tra società civile e mondo politico.