La crisi economica, che attanaglia la Capitale e gli esercizi commerciali del centro, non risparmia neanche lo storico Bar Aragno di Via del Corso, a due passi da Palazzo Chigi e Montecitorio. Meta di artisti ed intellettuali come Ungaretti , Marinetti e Matilde Serao. Il bar, risparmiato dalla demolizione di fine Ottocento e da una bomba nel 1906, era stato acquistato da Alemagna nel 1955 (divenuta poi Autogrill). Oggi è un bar tavola calda in cui il caffè Autogrill e Spizzico, appartenenti al medesimo gruppo, convivono, con 77 dipendenti che, a sentire le testimonianze raccolte dalla strada, sarebbero stati avvertiti della chiusura imminente soltanto via fax.
Da una settimana è in corso la mobilitazione all’esterno del bar con la richiesta di scongiurare la chiusura che dovrebbe avvenire entro l’estate. “Ci mandano via senza alcun tavolo di trattativa, senza alcun rispetto per la nostra dignità di uomini, donne, padri e madri di famiglia”, denuncia Cleopatra, giovane mamma con un figlio disabile. ”Per ora abbiamo indetto uno sciopero bianco, ma siamo pronti a qualsiasi iniziativa utile, ci consulteremo con i sindacati”, assicura Paola. “L’azienda ci ha comunicato l’apertura della procedura collettiva per 77 persone, di cui 8 con contratto di apprendistato, con un fax il 24 marzo scorso, alle 18.43”, dice Daniele, che spiega il suo disagio: ”Vivo con mia madre anziana, se mi mandano in mezzo a una strada, non so come fare”. Autogrill motiva così la sua scelta: “Abbiamo deciso di cessare le attività nel punto vendita di Roma a causa di condizioni economiche che nel corso degli anni sono diventate insostenibili, aggravate negli ultimi anni dalla negativa congiuntura economica generale. Il locale ha segnato nel 2012 una perdita di 700 mila euro e la situazione è peggiorata ulteriormente nel 2013 quando la perdita ha raggiunto i 930 mila euro”.
L’azienda si difende lamentando un problema comune a tutte le attività della zona: gli affitti elevati che non stentano a decrescere nonostante la crisi. “In particolare – spiega l’azienda – si evidenziano, affitti elevati e investimenti insostenibili per un operatore di ristorazione che deve confrontarsi con margini ridotti”. A determinare la “situazione di eccedenza del personale impiegato”, scrive la società Autogrill nella lettera di licenziamento collettivo inviata il 24 marzo scorso ai dipendenti, è “il persistere del calo del fatturato di questi ultimi anni”. Nel dettaglio: nel 2012 è stato fatturato un “delta negativo rispetto all’anno precedente del 13,4%”, mentre nel 2013 si è registrato un “delta negativo rispetto al 2012 del 7,6%”, con “un conseguente peggioramento del conto economico del locale in oggetto”, che “ha evidenziato una perdita nel 2012 pari a oltre 700mila euro e nel 2013 pari a circa 930mila euro”. C’è stato, inoltre, un “incremento dell’incidenza del costo del lavoro dal 2011 al 2013 del 4,6%, passando dal 31 al 35,6%”.
Roma, 8 aprile