Rubin “Hurricane” Carter è morto ieri all’età di 76 anni, per un tumore alla prostata. Ex pugile che ha combattuto negli anni ’60, ma molto conosciuto per esser stato accusato di un triplice omicidio, e condannato erroneamente a due ergastoli. Per anni il suo nome divenne l’icona di una cattiva giustizia di stampo razzista.
Carter iniziò la sua carriera pugilistica nel 1961, mancino alto 1 metro e 73, testa rasata, baffi prorompenti, sguardo aggressivo e fisico possente.
Ring Magazine lo inserì nella sua “Top 10” riguardante gli sfidanti al titolo dei pesi medi nel luglio del 1963. Il suo stile aggressivo, e la potenza del suo gancio sinistro gli valsero il soprannome di “Hurricane” (Uragano).
La sua carriera sia infranse una notte del 17 giugno 1966, quando due uomini di colore entrarono in un locale e aprirono il fuoco, uccidendo tre persone, tutti bianchi.
Carter e il suo amico John Artis, furono ingiustamente accusati al posto dei veri killer.
Carter trascorse 19 anni in carcere, prima di essere dichiarato innocente con due distinte sentenze che dimostrarono la sua totale estraneità.
Durante la sua prigionia, Carter scrisse la sua autobiografia “The Sixteenth Round: From Number 1 Contender to #45472” (Il sedicesimo round: da sfidante numero 1 a numero 45472), pubblicata nel 1974. Sostenne la sua innocenza, ed ottenne il sostegno della gente, che spingeva per la grazia o per un nuovo processo.
A favore della sua causa si mobilitarono in tanti: politici, Amnesty International, campioni dello sport e star del cinema e della musica.
Nel 1985, il giudice della Corte Federale Haddon Lee Sarokin sentenziò che Carter e Artis non avevano avuto un processo equo, affermando che l’accusa era “basata su motivazioni razziali”.
Della sua vicenda Carter era solito dire che “avevano incarcerato il mio corpo, ma non sono mai riusciti a farlo con la mia mente”.
Hollywood dedicò un film sulla storia, nel 1999 uscì “The Hurricane” di Norman Jewisonin ed interpretato da Denzel Washington.
Bob Dyaln, nel 1976, gli dedicò una canzone, intitolata “Hurricane”, che divenne un successo internazionale.
Roma, 21 Aprile.