Arrestato venerdì sera alle 21 Lorenzo Manavella, 25 anni. È accusato della strage di Vercelli, il triplice omicidio di nonni e zia. “Li ho uccisi io – ha esordito – Non so perché l’ho fatto, è stato un colpo di testa. Ho preferito costituirmi qui a Venezia e non a Vercelli”.
Il delitto era stato scoperto venerdì: tre cadaveri con ferite da arma da taglio e la testa sfondata, trovati in una villetta di Santhià, Tullio Manavella, 85 anni e Pina Bono, 78 anni, i nonni di Lorenzo, poi la zia Patrizia Manavella, 56 anni. Venerdì sera il dirigente della Polfer di Venezia, Lauro Catto, ha informato immediatamente il pm di Vercelli responsabile del fascicolo e il pm di turno, la dottoressa Paola Tonini.
La fuga di Lorenzo Manavella è durata così solo poche ore e si è conclusa al binario 14 della stazione Santa Lucia di Venezia. Ancora non è chiaro cosa abbia spinto Lorenzo a uccidere nonni e zia. I carabinieri del Ris di Parma hanno lavorato fino a tarda notte per ricostruire la scena del delitto. Lorenzo, promessa del volley, secondo le testimonianze di chi lo conosce era “uno che dava problemi”, “un vandalo”, “aveva avuto guai con la legge”. Nel suo passato ci sono reati legati allo spaccio di hashish. Ma il vicepresidente della squadra di pallavolo di Santhià, Daniele Boschetti, lo difende: “È acqua passata – dice – Da anni ormai viveva solo per la pallavolo e per il beach volley”. Su Facebook Lorenzo aveva scritto dei suoi nonni: “Sono l’unica gioia della mia vita”.
Resta da capire perché li abbia massacrati con una brutalità a cui nessuno dei suoi amici vuole credere. Lorenzo è già stato trasferito a Vercelli, a disposizione dei magistrati che lo interrogheranno. Il ragazzo verrà sentito dai sostituti procuratori di turno, Roberta Brera e Francesco Alvino. Intanto nella villa di Santhià continuano i sopralluoghi delle forze dell’ordine.
Roma, 17 maggio