Di fronte ai nomi dei presunti clienti coinvolti nel caso Baby squillo di Ladispoli davanti al Pm sono arrivati i primi riscontri. Ascoltata dalla procura di Roma, infatti, una delle tre ragazze coinvolte dello scandalo ha riconosciuto alcuni dei suoi clienti abituali. Il tutto mentre all’orizzonte spunta un possibile quarto caso, sollevato dal preside dell’istituto scolastico “Corrado Melone”, scuola media della cittadina. La giovane ascoltata a Roma, nel frattempo è stata affidata ad una comunità protetta in seguito al colloquio avvenuto con i giudici. Destino a cui potrebbero andare incontro anche le altre due minorenni. Almeno in base a quanto dichiarato dall’assessore comunale alle Politiche Sociali Roberto Ussia. Le tre minorenni coinvolte nello scandalo hanno dai 15 ai 16 anni.
Come già accennato, però, altri possibili casi sono al vaglio degli inquirenti. Fatti però che a dispetto dei precedenti, dovrebbero essersi verificati solo sporadicamente, anche se con le stesse modalità, con le ragazze disposte a rapporti sessuali in cambio di qualche euro. Nel frattempo, sono almeno una ventina le persone inserite nella lista dei clienti abituali. Nella lista, anche quattro, forse cinque adulti che abitualmente interessati ad uscite notturne che venivano organizzate attraverso Facebook o il passaparola.. Dove? «Nel parcheggio della stazione ferroviaria – hanno confidato di recente diversi di compagni di scuola delle minorenni – ma anche nel bosco di Palo Laziale, sulle spiagge della costa nord di Ladispoli nei pressi di un rimessaggio e qualche volta nelle camere di un albergo in città».
I luoghi sono al vaglio degli investigatori che a breve interrogheranno i clienti delle ragazzine. Gli indagati dovranno spiegare il motivo degli incontri e se questi avvenivano in cambio di denaro, droga o semplici ricariche telefoniche. La conferma o meno delle modalità relative agli adescamenti, inoltre, servirà a determinare se dietro ci sia o meno una rete di sfruttatori, come già accertato per l’inchiesta dei Parioli. Nel frattempo, sono statti attivati tutti gli strumenti di prevenzione contro la prostituzione minorile, così da evitare eventuali effetti domino, come spesso può accadere in tali circostanze.
«Poco tempo fa – ha confermato in una lettera il dirigente scolastico della Corrado Melone, Riccardo Agresti – abbiamo scritto agli uffici delle politiche sociali e alle forze dell’ordine perché temevamo che una nostra studentessa di 14 anni potesse fare parte di una realtà pericolosa nel mondo extrascolastico. Bisogna ricordare che le giovani sono vittime di problemi più grandi di loro». E la segnalazione era stata verbalizzata dai docenti dell’istituto. «Purtroppo leggiamo molto spesso, e gli episodi di recente cronaca ne sono l’ennesima drammatica conferma – è riportato nella lettera – di abusi diversi su minori e temiamo che purtroppo nessuno scenario territoriale ne sia esente. Non vorremmo un domani, come insegnanti ed educatori, pentirci di non aver capito e segnalato tempestivamente un problema non lieve». Parole molto simili a quelle dei servizi sociali che lo scorso autunno avevano richiamato l’attenzione su comprtamenti altamente a rischio, specialmente nella fascia di età fra i 16 e i 13 anni.
Roma, 18 maggio