Michele Santoro è un giornalista, autore, produttore e conduttore televisivo, opinion leader italiano. È nato il 2 luglio 1951 a Salerno, figlio di un macchinista delle ferrovie. A Salerno ha conseguito la laurea in Filosofia. La sua carriera giornalistica è iniziata in concomitanza con la militanza politica: è entrato a far parte del gruppo Unione Comunisti Italiani, scrivendo sul periodico Servire il popolo, edito dall’organizzazione stessa. Con lo scioglimento dell’UCI e la chiusura del periodico è passato al quindicinale La Voce della Campania, che ha diretto per nove mesi, fino all’allontanamento per le sue posizioni, differenti dalla linea ufficiale del partito. In seguito ha collaborato con L’Unità, Il Mattino ed Epoca.
L’assunzione in RAI nel 1982 è arrivata dopo la conduzione di rubriche radiofoniche e dopo aver lavorato come autore di sceneggiati radiofonici. In televisione, dopo una piccola parentesi agli esteri del TG3, realizza degli speciali e dei settimanali, per poi ideare e condurre programmi come Samarcanda, Il rosso e il nero e Tempo Reale. Nel 1996 L’Ulivo ha vinto le elezioni e questo ha portato al cambiamento dei vertici in RAI, con un conseguente raffreddamento del rapporto tra l’emittente e Michele Santoro.
Alla fine del 1996 è passato a Mediaset, alla corte di quello che negli anni successivi diventa il suo nemico “numero uno”: Silvio Berlusconi. Lì è diventato direttore della testata giornalistica Moby Dick, trasmesso in prima serata su Italia 1. Inizialmente non ha ottenuto il successo sperato, subendo la concorrenza di Lucia Annunziata, ma in seguito la trasmissione è salita alla ribalta. Nel 1999 ha dedicato molto spazio al racconto della guerra del Kosovo, per cui è stato molto criticato. In una puntata, in diretta dal ponte di Brankov di Belgrado, ha intervistato gli operai serbi delle fabbriche bombardate dalla Nato. Le accuse nei suoi confronti sono state molto aspre: c’è chi l’ha accusato di essere fazioso, chi l’ha accusato di voler difendere Milosevic, tanto da arrivare a battezzare la trasmissione TeleMilosevic. D’altro canto c’è chi l’ha difeso, facendosi forti del diritto ad informare sui danni causati dalle bombe della Nato. Santoro stesso ha respinto le accuse sostenendo che anche i cittadini di Belgrado dovevano essere ascoltati.
Nell’autunno del 1999 è tornato in RAI con il programma Circus, un approfondimento giornalistico trasmesso sotto un tendone da circo. Nel 2000 ha lanciato Sciuscià, trasmesso in seconda serata prima su Rai 1 e poi su Rai 2. Il programma è fatto di reportage girati e montati come se fossero film. Tra il 2000 e il 2001 è stato autore e conduttore del programma di approfondimento Il raggio verde, in onda in prima serata, senza pubblico in studio. In una celebre puntata è arrivata la sua affermazione rivolta a Berlusconi, segno di un rapporto conflittuale tra i due: “Berlusconi! Io sono un dipendente del servizio pubblico, non sono un suo dipendente!”.
Nel 2001 è andata in onda la celebre intervista a Satyricon di Daniele Luttazzi al giornalista Marco Travaglio, con argomento principale la nascita di Fininvest, i rapporti della famiglia Berlusconi con il boss mafioso Vittorio Mangano e dell’intervista di Paolo Borsellino due giorni prima della morte. La puntata ha suscitato la reazione dei politici di centro-destra e lo stesso Santoro l’ha utilizzata come approfondimento della sua trasmissione Il raggio verde. L’intervista integrale fatta al giudice ha fatto scalpore in quanto Borsellino ha rivelato l’esistenza di un’indagine della Procura di Palermo su Berlusconi, Dell’Utri e Mangano. Forza Italia è arrivata ad avanzare un esposto all’AGCOM (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), accusando Michele Santoro di violazione della par condicio (regime non ancora iniziato). L’Authority ha risposto affermando l’impossibilità di procedere contro la trasmissione. Anche Berlusconi è intervenuto durante la puntata e ha accusato il conduttore di svolgere un “processo in diretta”, per poi ribadire la necessità di disertare i programmi RAI per la coalizione di centro-destra, all’epoca del tutto priva di tutela secondo il Cavaliere.
Le polemiche non si sono fermate, anzi, sono aumentate in una puntata successiva, quando è stata mandata in onda un’intervista a Montanelli. Feltri, presente in studio, ha accusato Montanelli di incoerenza, ma ha subito trovato la risposta di Travaglio, che ha parlato del golpe di Berlusconi alla redazione de Il Giornale, sottolineando il modo in cui è stato sottratto a Montanelli il compito di dirigere il quotidiano da lui fondato. Per ultimo è intervenuto telefonicamente lo stesso Montanelli, che ha ringraziato Travaglio e ha spiegato le vicende con Berlusconi.
Forza Italia ha continuato a inviare esposti all’Authority, fino a ottenere la vittoria il 20 maggio 2001. Tuttavia la condanna, che ha costretto la RAI a pagare 40 milioni di lire di multa, non è stata accompagnata da nessuna motivazione a sostegno della sentenza espressa. Tutti motivi che hanno portato il presidente della RAI Zaccaria a rifiutare la condanna.
Nel 2002 Berlusconi ha attaccato Enzo Biagi e Luttazzi di aver fatto un uso criminoso della televisione pubblica e Santoro ha risposto accusandolo di essere “un vigliacco, che abusa dei suoi poteri per attaccare persone più deboli di lui, alle quali non concede il diritto di difesa. Il 31 maggio il Cda della RAI ha cancellato Sciuscià perché nella puntata del 24 maggio Santoro ha fatto condurre la puntata a Maurizio Costanzo, nonostante il rifiuto del direttore di Rai 2 Marano. Non è bastato il successo della serata per cancellare il disaccordo.
Dopo due anni passati nel Parlamento Europeo, nelle file della lista Uniti nell’Ulivo, è tornato in televisione guadagnando la ribalta con Annozero, condotto dal 2006 al 2011, che ha sancito la nascita del sodalizio con Marco Travaglio e il vignettista Vauro Senesi, e Poi con Servizio Pubblico, condotto su La7 a partire dal 2012.
Roma, 2 luglio