Francesco Ferrucci è stato un patriota e un condottiero fiorentino, si distinse per il suo coraggio nella battaglia nota come “l’assedio di Volterra”. Durante la battaglia si creò lo screzio con Fabrizio Maramaldo.
Ferrucci rimase al servizio della Repubblica di Firenze, che lo chiamò a combattere la battaglia di Gravinana. Si scontrò contro Filiberto di Chalons, principe d’Orange, che rimase ucciso sul campo di battaglia. Ferrucci intraprese la battaglia già in condizioni precarie, ferito a un ginocchio e malato forse di malaria, nonostante ciò non si astenne dalla lotta, uscendo a combattere in campo aperto.
Ferrucci questa volta ebbe la peggio e fu catturato. Ad attenderlo c’era Fabrizio Maramaldo, che si fece portare il prigioniero dai suoi soldati.
Maramaldo ordinò ai suoi di pestarlo, ma questi si rifiutarono rispettando le regole della cavalleria, visto che Ferrucci era disarmato e ferito. Maramaldo non si fece scrupoli, ferì mortalmente Ferrucci, trafiggendola alla gola o al petto, colpendolo anche dopo. Le ultime parole del condottiero fiorentino, rivolte a Maramaldo prima di morire, furono:
“Vile, tu uccidi un uomo morto!”
A fare giustizia tra i due personaggi ci ha pensato la storia, ricordando Francesco Ferrucci sinonimo di orgoglio e coraggio nazionale, mentre il nome Maramaldo equivale ancora a definire una persona “malvagia e prepotente contro i deboli o gli indifei”.
Roma, 3 agosto 2014.