Roma, 17 dicembre- Il vice presidente del Senato e capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri è stato inscritto dalla procura di Roma nel registro degli indagati per il reato di peculato. Il parlamentare nel marzo 2012 avrebbe sottratto al gruppo fondi per 600 mila euro per aprire nella Bnl del senato una polizza sulla vita. Un anno dopo, su sollecito della direzione amministrativa, Gasparri chiude la polizza e restituisce la somma in due tranche. Il forzista è stato già sentito dai magistrati ed alcune accuse sono state archiviate, tranne però quella di peculato, per cui è stato invece rinviato a giudizio. L’intera indagine è partita dalla segnalazione di operazioni sospette da parte della stessa Bnl, così gli inquirenti hanno analizzato i fondi in mano al gruppo di centro destra fin dal 2011, rivelando « Gasparri, quale senatore della Repubblica e presidente del gruppo parlamentare Pdl, avendo sul conto corrente numero 10373 presso la Bnl del Senato, a lui intestato nella qualità di presidente, pubblico ufficiale, la disponibilità di somme di denaro provenienti dal bilancio del Senato della Repubblica a titolo di contributo al funzionamento dell’ufficio di presidenza del suddetto gruppo parlamentare, si appropriava di 600mila euro. Denaro che sarebbe stato utilizzato in data 22 marzo 2012 per l’acquisto, con il versamento del relativo premio unico spot di una polizza Bnl private selection Pmua 0154856. Polizza intestata a lui personalmente, avente quale durata la sua intera vita e i cui beneficiari, in caso di morte dell’assicurato, erano i suoi eredi legittimi, procedendo poi al riscatto anticipato della polizza in data 1 febbraio 2013 liquidata in euro 610.697,28 e alla restituzione della somma di 600mila euro al gruppo Pdl-Senato con due bonifici di euro 300mila ciascuno, rispettivamente in data 20 febbraio 2013 e 12 marzo 2013, a seguito di specifiche richieste della direzione amministrativa del gruppo ». Gasparri ha rivelato il suo turbamento e la sua amarezza dopo che, nonostante le sue spiegazioni e l’aver agito nella massima trasparenza per il bene del partito, le accuse di peculato non sono state archiviate, ma anzi si è giunti alla chiusura delle indagini preliminari. La notifica dell’iscrizione nel registro degli indagati, recapitata al parlamentare, è stata firmata dal procuratore capo di Roma Pignatone e dagli aggiunti Rossi e Caporale e dai sostituti procuratori Orano e Pioletti.