Si terrà questo pomeriggio Family Day, la manifestazione dei cattolici contro le unioni civili, a difesa della famiglia tradizionale. Tuttavia, la protesta è stata organizzata e trasmessa attraverso i diversi social network, dove sono avvenute le adesioni. Non si tratta, stavolta, di una mobilitazione istituzionale, piuttosto una del Family Day considerata differente dagli scorsi anni dalla Chiesa
Family Day è una protesta nata per contrastare le unioni civili e la diffusione del “gender” negli istituti scolastici. E’ stata approvata dal Governo, nonostante abbia suscitato numerose polemiche. I manifestanti scenderanno in piazza San Giovanni, dalle ore 15.30 di questo sabato 20 giugno.
Lo slogan del Family Day, manifestazione nazionale, è “Difendiamo i nostri figli.”
“Per riaffermare il diritto di mamma e papà a educare i figli e fermare la colonizzazione ideologica della teoria Gender nelle scuole e nel Parlamento e bloccare sul nascere il ddl Cirinnà che consentirebbe in prospettiva adozione e utero in affitto per le coppie dello stesso sesso.” Secondo quanto si legge in una nota degli organizzatori del Comitato, riportata anche da Il Corriere della Sera.
Ad aderire all’iniziativa Family Day dovrebbero esserci qualche centinaio di migliaia di persone, provenienti da ogni parte di Italia,
“per proteggere l’innocenza dei bambini e il loro diritto ad avere un padre e una madre e per ribadire la più netta contrarietà ad ogni tentativo di cambiare la nostra bella Costituzione, equiparando le convivenze omosessuali al matrimonio“.
Adesioni al Family Day anche dai personaggi del mondo politico. Si sono iscritti per confermare la loro partecipazione anche deputati e senatori, il Comitato parlamentare per la famiglia, Area popolare, Forza Italia, Lega, gruppo misto e Per l’Italia. Tra i promotori Alessandro Pagano (Ap), Maurizio Gasparri, Maurizio Sacconi, Carlo Giovanardi, Roberto Formigoni, Paola Binetti, Eugenia Roccella.
D’altro canto, vi è chi contesta la manifestazione in quanto considerata un vero e proprio salto nella preistoria dei diritti civili. Infatti, il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo, si è espresso al riguardo:
“Le famiglie gay sono una realtà a prescindere da chi vuole cancellarle. Come sono una realtà i giovani che dalle scuole ai social network cercano risposte alla cultura della discriminazione e dell’omofobia. #FamilyGay è la nostra risposta“.
La Responsabile Area Tematica Lgbt dell’Unione degli Studenti, Ilaria Iapadre, invece, ha commentato il Family Day così: ”
“Ci troviamo a dover fare i conti con l’ennesima iniziativa omofoba e di censura condotta ai danni dell’educazione laica all’identità di genere e alla sessualità. A detta del Comitato promotore della manifestazione, nelle scuole vi sarebbero progetti di educazione alla affettività e sessualità che, col pretesto del contrasto al bullismo e alla discriminazione, veicolerebbero, spesso all’oscuro di madri e padri, teorie frutto d’uno sbaglio della mente umana. Dietro questa affermazione falsa e tendenziosa si cela in realtà la volontà di mantenere il costrutto del genere saldamente ancorato alle sue basi meramente sessuali e biologiche, affinché continui ad essere una gabbia che impone ruoli prefissati e genera violenza, isolamento, emarginazione e discriminazione“, prosegue la nota.
Dunque, proseguirà la lotta dell’Unione degli Studenti contro chi rifiuta “l’esistenza di un’ideologia gender. Non c’è niente di ideologico nel lottare per il riconoscimento dei diritti. Denunciamo come questo argomento venga usato a mo’ di spauracchio da chi vuole colpire tutti coloro che rivendicano la propria libertà di amare e di autodeterminarsi. Ribadiamo l’urgenza di un programma di educazione sessuale laica e di saperi di genere nelle scuole e nelle università, nonché l’aggiornamento dei materiali didattici, in rispetto del Codice Polite, per favorire lo sviluppo dell’identità di genere e rimuovere gli stereotipi presenti in tali strumenti che pesano sulla formazione di ogni studentessa e studente fin dalla tenera età“, concludendo così Iapadre.
Si presenta moderata, invece, la posizione della Cei, sotto la rappresentanza del Segretario Generale Monsignor Nunzio Galantino. Infatti, viene ribadito come si condivano i contenuti del Family Day ma non le modalità di protesta.
Ha suscitato grande entusiasmo il Family Day per il Vaticano, con il Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, Monsigor Vincenzo Paglia e, per il Vicariato. Il Dicastero di Paglia, pertanto, ha inviato ai promotori del Family Day questo messaggio ufficiale:
“i nostri figli hanno il diritto di essere sostenuti da una famiglia fondata seriamente sul matrimonio”, e per questo il vescovo augura alla manifestazione “un pieno successo, con la certezza che porterà un contributo prezioso alla vita della Chiesa e di tutte le persone che hanno a cuore il bene dell’intera umanità.”
La diocesi del Papa anche ha assunto la sua posizione, esortando con una lettera gli insegnanti di religione:
“Il Vicariato di Roma non è tra i promotori ufficiali dell’iniziativa, ma la appoggia” ed esorta a “partecipare a questa mobilitazione, quantomeno per esprimere che i temi sensibili dell’educazione non possono essere imposti dall’alto“.
Informazioni riportate anche dall’Ansa