Nella notte tra il 29 ed il 30 marzo, a mezzanotte e mezza, un incendio di probabile origine dolosa, distrugge il centro di accoglienza per famiglie sito in Via Amarilli a Tor Cervara – La Rustica.
Il 30 marzo la Protezione Civile di Roma Capitale assicura che gli ospiti sono stati soccorsi e trasferiti, dalla Polizia Municipale, in un altro centro della città.
Il Giornale della Protezione Civile.
La notte tra il 30 ed il 31 marzo, tutti i cittadini del centro, tra cui 63 bambini e 40 adulti, erano invece ancora presenti nella struttura: in dotazione la Protezione Civile aveva lasciato loro 100 coperte, sciarpe, berretti, venti sacchi a pelo e dell’acqua. Alle ore 22.30 l’Assessore al Sociale Francesca Danese veniva raggiunta al telefono da Marcello Zuinisi legale rappresentante dell’Associazone Nazione Rom mentre si trovava in riunione negli uffici del V dipartimento. La richiesta esplicita: “chiamate la Protezione Civile e portate tende di soccorso alle famiglie” ai bambini, le loro madri ed i loro padri costretti a dormire in terra al freddo. Una pattuglia di Polizia Municipale, presente in Via Amarilli, veniva raggiunta da un’altra telefonata di Marcello Zuinisi. Gli agenti affermavano di essere stati lasciati da soli, nessun responsabile sul posto. Nessun intervento di Protezione Civile veniva posto in essere.
La mattina del 31 marzo, alle ore 07.30, giunge sul posto Antonio di Maggio Vice Comandante della Polizia Municipale di Roma Capitale. L’ordine alle famiglie è esplicito: “dovete andare via da qui”. Le famiglie, provate da 48 ore di totale abbandono da parte delle istituzioni, insorgono. Vogliono rimanere all’interno del centro di accoglienza. Vivono li da tempo. E’ stato l’ex Sindaco Gianni Alemanno a trasferirli in quel posto dopo aver sgomberato il loro campo. Un adulto Sejdovic Juki viene scelto a caso dal Vice Comandante di Maggio che gli ordina: “sali in macchina”. Lui non ha fatto niente. E’ solo una delle vittime del rogo della notte del 30 marzo. E’ solo uno dei cittadini che la Protezione Civile non ha soccorso. Sejdovic Juki non opporre alcuna resistenza e sale nella macchina della Polizia Municipale.
Si scatena l’inferno. Donne con piccolissimi bambini in braccio si oppongono all’ennesimo abuso di potere. Una donna, esile, alza un sottile tubo di plastica come quello che viene usato per portare una bandiera. Non colpisce nessuno. Viene presa ed afferrata per il braccio da un uomo alto tre volte lei che le leva il tubo di mano. Sejdovic Juki scende dalla macchina. Antonio di Maggio ed un altro agente si scagliano contro di lui. Spruzzano uno spray al peperoncino sul viso di una giovanissima ragazzina rom. Due cani piccolissimi abbaiano impauriti.
Una ragazza riprende tutto con il telefonino. Il video, successivamente pubblicato sul quotidiano La Repubblica, mostra le immagini. Un altro uomo della Polizia, in borghese, si china in terra. Si sentono due colpi (minuto 0.46) estrae una pistola. Un suo collega gli dice “lascia la pistola”. Lui non lo ascolta alza la pistola, intorno a lui solo vecchi inermi, donne con piccolissimi bambini. L’agente è agitatissimo e urla “bene cominciamo”. Poi si allontana, va verso un muro. Un’altro suo collega lo avvicina, gli mostra il tesserino, gli chiede di togliere quell’arma.
Una delle donne, Salkanovic Rafia, madre di cinque bambini, chiama sul cellulare Marcello Zuinisi di Nazione Rom. E’ disperata, urla, piange. E’ terrorizzata: “ci ammazzano, stanno sparando, buttano lo spray sugli occhi dei bambini”. Gli viene chiesto se qualcuno è stato colpito e la risposta è negativa. Chiede aiuto, implora esausta e sfinita da due giorni di autentica prostrazione psicologica e fisica.
Partono i comunicati stampa, le accuse, versioni contrastanti. La Polizia Municipale di Roma Capitale afferma: “ci hanno aggrediti, lanciato contro bottiglie, presi a bastonate, aizzato i cani”. Uomini, energumeni alti un metro e novanta, capelli rasati, armati, occhiali scuri sul volto aggrediti da vecchi, donne, bambini ed infanti. Questa la loro versione. La versione delle famiglie e dell’Associazione Nazione Rom è un’altra: è stata la Polizia Municipale di Roma Capitale ad aggredire. E’ stato Antonio di Maggio a scatenare la violenza.
Da due anni, dal 5 aprile 2013, Associazione Nazione Rom ha chiesto e protocollato a Roma Capitale il rispetto degli Accordi Quadro Strutturali Europei di inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti. Decine e decine di lettere, email, telefonate ed incontri per il rispetto della Strategia Nazionale di inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti. La convocazione di un Tavolo dove siano rispettati gli schemi di governance previsti da Unar – Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Ad oggi il Tavolo non esiste, gli Accordi sono violati e la violenza e la persecuzione di donne, bambini, anziani, uomini, colpevoli di appartenere all’etnia Rom, colpevoli di essere poveri continua. Cittadini e cittadine trattate come i cani. La casa va a fuoco? dormite in terra con una coperta. Non volete essere divisi, non accettate la separazione dei nuclei familiari? allora vi cacciamo. Ad oggi Rom, Sinti e Caminanti sono abbandonati.
In democrazia esiste il contraddittorio: stamani il Sindaco Ignazio Marino ricevera’ Raffaele Clemente Comandante della Polizia Municipale di Roma Capitale per una informativa ed esposizione sull’operato dei suoi uomini. Anche Associazione Nazione Rom, le famiglie del centro di Via Amarilli, chiedono di essere ricevute dal primo cittadino della Capitale. Anche noi vogliamo relazionare sull’accaduto e fare delle domande:
Cosa è stato deciso nella riunione tenutasi la sera del 30 marzo all’interno del V dipartimento?
Chi ha mandato Antonio di Maggio a sgomberare le famiglie Rom dal Centro di Accoglienza?
Perchè sul sito della Protezione Civile di Roma Capitale è stato pubblicato un articolo che affermava che tutti gli ospiti del centro erano stati trasferiti in un’ altra struttura da parte della Polizia Municipale quando erano ancora tutti all’interno?
Stamani l’uomo arrestato da Antonio di Maggio è comparso davanti ad un Giudice del Tribunale di Roma: Seidovic Juki, incensurato, difeso dall’Avvocato Francesco Ricciardi, è stato rilasciato. Il processo sui fatti di Via Amarilli si terra’ per via ordinaria. Ora chiediamo verità a Roma Capitale sul Centro di Via Amarilli, sul comportamento della Polizia Municipale, sul comportamento della Protezione Civile, sul comportamento dell’amministrazione.
Intanto le famiglie, le donne, i bambini, gli anziani sono ancora, in attesa, seduti in terra, in Via Amarilli. Nessuna soluzione offerta. Ancora sofferenza, dolore e l’umiliazione di essere lasciati soli in mezzo ad una strada.
ilikethenygiants
14 Aprile 2015 @ 20:17
Gente inutile…voi