Roma, 27 ottobre – Si fa sempre più realistica la teoria che nei prossimi decenni il cambiamento climatico apportato anche dall’intervento umano causerà danni gravissimi ai nostri ecosistemi. Secondo i climatologi dell’università di Ginevra, entro il 2100 le temperature saranno sopra lo zero anche in inverno: «Le Alpi non avranno più neve».
Il futuro delle Alpi viene previsto molto piovoso e più caldo. Martin Beniston, climatologo dell’università di Ginevra, afferma che entro il 2100 le temperature medie si alzeranno sopra lo zero pure in inverno e il manto nevoso verrà di conseguenza ridisegnato. Estrapolati dal progetto di ricerca europeo Acqwa, i dati rivelano che il rialzo di temperatura delle Alpi sta salendo in maniera decisamente più veloce rispetto alla media del riscaldamento globale, con aumenti da mezzo grado a 1,5 in più. Beniston prosegue affermando che «Per il periodo 2071-2100 i modelli prevedono temperature sopra lo zero anche in inverno e primavera: una temperatura non in grado di mantenere ghiaccio e neve a 2500 metri. Sotto i duemila metri ci saranno strati di neve meno profondi ma più estesi, mentre a quote più alte la copertura nevosa sarà più consistente ma più localizzata».Le possibili conseguenze finali potranno consistere in precipitazioni sempre più intense e frequenti e in un territorio sempre più vulnerabile alle frane e alle alluvioni.
Addirittura a fronte di questi sconvolgimenti climatici il geofisico dell’Università del Messico, Victor Manuel Velasco Herrera ha previsto un nuova era glaciale: «Il 2014 sarà l’inizio di una nuova era: la terra andrà incontro a una serie di variazioni eterogenee nelle quali le temperature globali fluttueranno verso un clima pericolosamente freddo». «La Mini Era Glaciale dovrebbe essere la notizia che sconvolgerà il secolo», continua il geofisico, «eppure è stata data in maniera silenziosa sia dagli scienziati del clima che fisici solari. Non una parola è stata detta dai principali media, che hanno continuato a vendere la storia del riscaldamento globale».