17 ottobre, Pescina- Uccide moglie e figlia per rancore, dopo la loro denuncia di violenze e stupro. Piccolo centro de L’Aquila due teli verdi fuori ad una supermercato, i carabinieri che trattengono le persone per non farle avvicinare, così finisce la vita di mamma e figlia.
Famiglia straniera, del Kosovo, da 20 in in Italia, lavoravano nei campi, moglie, marito e 6 figli, sembra un quadretto normale, ma nascondeva un incubo fatto di violenza e stupri continui finché la mamma e la figlia riescono ad allontanare il mostro di casa.
Ordine restrittivo, l’uomo si trasferisce in un paese vicino.
Ricomincia la vita della famiglia, anche perché l’uomo si allontana ancora di più, va in Germania a cercare lavoro.
Rientra due giorni fa, per sistemare le pratiche della separazione e succede il peggio.
Alle sette di sera, armato di pistola aspetta la ex e la figlia fuori dal supermercato Todis e
le fredda sparando all’impazzata, in modo disordinato.
Poi nello shock generale si allontana e torna al bar dove si era fermato a prendere la macchina.
Lo trovano poco dopo i carabinieri del comando provinciale Savino Guarino, in casa sua, suol balcone, la pistola in macchina. Non oppone
neanche resistenza quando il magistrato gli chiede il perché del suo gesto lui risponde: «ero arrabbiato con loro, mi avevano tradito, provavo rancore».
Tanta la solidarietà del paese di Pescina, il giovane sindaco Maurizio Di Nicola, è sconvolto e promette tutto l’impegno, fin da subito,
per aiutare e seguire i bambini ormai rimasti soli, con un padre arrestato e la mamma e la sorellina morte.
Fonte: Repubblica