Roma, 31 ottobre – I morti di Lampedusa, affogati perché chiedevano il permesso di vivere, rimarranno sott’acqua, l’Europa si prende 8 mesi per decidere il da farsi sul recupero. L’Espresso lancia l’accusa, fra il 24 e il 25 ottobre i capi di stato riuniti a Bruxelles hanno deciso di rinviare il recupero dei corpi, gettando nella disperazione i parenti delle vittime, molti dei quali risiedono in Europa legalmente. Il disastro dell’11 ottobre, a 60 miglia da Lampedusa, ha visto morire nell’abbraccio del Mediterraneo 268 persone, di cui solo 26 sono stati riportati alla luce, gli altri giacciono ancora sul fondo del mare insieme al relitto del barcone.
I capi di stato hanno considerato il recupero dei corpi come “non urgente” senza tener conto che soltanto nei primi 11 giorni di ottobre sono annegate 646 persone. E’ stato considerato “non urgente” che i morti fossero tutti siriani ed eritrei, che avevano il diritto di risiedere in Europa come rifugiati politici ma per arrivare sulle coste della speranza sono stati costretti ad intraprendere il viaggio con scafisti killer. E’ stato considerato “non urgente” che la maggior parte dei morti dell’11 ottobre fossero bambini, alcuni addirittura di pochi mesi.
Non meritavano una decisione. L’intera discussione su recupero, immigrazione e pirateria è rinviato perchè l’Unione Europea ha bisogno di intraprendere una “riflessione di lungo termine sulle politiche dell’immigrazione”. Se ne riparlerà nel giugno 2014, cioè, come ricorda L’Espresso, dopo le elezioni del Parlamento Europeo, che sia solo una coincidenza? I familiari dei morti di Lampedusa iniziano una petizione per chiedere di considerare prioritario il recupero dei loro cari e intraprendere anche indagini ed azioni legali.
Foto da:L’Espresso-Undercover