Roma, 30 ottobre – 121 Paesi (compresa l’Italia) si sono ritrovati a Minamata per firmare la messa al bando del mercurio, che sarà effettiva nel 2020.
Non è un caso l’incontro a Minamata, cittadina giapponese, che infatti dagli anni ’50 in poi fu devastata da malattie e deformazioni infantili a causa del grave avvelenamento da mercurio e che adesso diventa la cittadina simbolo della messa al bando del pericoloso metallo. La decisione è stata ufficializzata dalla conferenza internazionale del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), in cui hanno partecipato 121 Paesi che si sono accordati sulle iniziative da intraprendere per la graduale scomparsa del mercurio, a partire dai dispositivi medici, come i termometri.
Il mercurio e la sostanza base che lo forma, l’acetaldeide, è stato riconosciuto come gravemente pericoloso per gli uomini e per l’ambiente, proprio a partire dai danni disastrosi subiti dalla cittadina di Minamata. Qui negli anni ’50 venivano scaricati in mare grandi quantità del metallo, dovuti a scarti industriali, così da inquinare in breve tempo i microorganismi alla base della catena alimentare. A Minamata fu una strage, che dura ancora oggi, furono, infatti, più di 2mila le vittime e milioni di persone si ammalarono dopo aver consumato pesce o frutti di mare infetti.
L’intossicazione acuta da mercurio porta a perdita progressiva del coordinamento muscolare, debolezza visiva e uditiva, oltre all’alterazione della sensibilità degli arti. Senza contare, la difficoltà ad articolare le parole, il disordine mentale, la paresi. E, nei casi più gravi, la morte. Inoltre la malattia, in forma acuta o no, viene trasmessa dalla madre al feto. L’abolizione del mercurio effettivamente partirà non appena 50 nazioni avranno firmato la convenzione di messa al bando, si inizierà con il mettere fuori produzione l’acetaldeide entro il 2018, per arrivare nel 2020 alla messa al bando completa del mercurio.