Monterotondo, 28 ottobre – Lo sgombero dei locali concessi a marzo all’associazione “Riabilmente” è un atto dovuto e tutt’altro che improvviso. È quanto sostiene l’Amministrazione comunale alla luce delle polemiche che stanno investendo la decisione di revocare l’utilizzo dei locali ex ASL, concessi a titolo gratuito nel marzo di quest’anno agli ex dipendenti della società ADM, Gruppo Audiomedical s.r.l., riuniti nell’associazione che ha continuato a fornire servizi di diagnosi e terapia dei disturbi infantili e dell’età evolutiva a circa ottanta bambini residenti a Monterotondo e non solo.
I motivi li spiega l’Assessore alla Sanità, Walter Antonini: «L’uso degli spazi – ricorda l’assessore – è stato a suo tempo concesso per tamponare una situazione d’emergenza, quella di garantire la continuità dei percorsi terapeutici dei piccoli pazienti messa pesantemente a rischio dalla chiusura della struttura privata presso la quale gli associati erano precedentemente occupati. In quel momento, proprio perché preoccupati per la situazione di tante famiglie del territorio, certamente in maniera ingenua ma di certo non per malafede, non abbiamo tenuto conto che la nostra concessione poteva creare squilibri nelle condizioni di concorrenza tra gli operatori beneficiari della concessione e le altre strutture, anch’esse private, che offrono analoghi servizi sanitari di diagnosi e terapia».
Da qui la decisione di comunicare agli interessati la revoca della concessione degli spazi, comunque avvenuta con tempi e modalità tali da non causare traumatiche interruzioni delle prestazioni erogate. La prima comunicazione porta infatti la data del 27 Maggio scorso e concedeva la possibilità di “utilizzare un calendario di date” tale da non “danneggiare ulteriormente utenti e famiglie”.
Dando atto all’associazione “Riabilmente” di aver provveduto a riconsegnare i locali, peraltro in ottime condizioni, l’Amministrazione comunale resta sconcertata di fronte al montare delle polemiche soprattutto a mezzo social network. «Capisco le ansie delle famiglie dei piccoli pazienti – afferma il sindaco Alessandri – ma le contestazioni nei nostri confronti sono oggettivamente sbagliate. Noi non stiamo interrompendo un servizio pubblico, non abbiamo concesso un patrocinio o un contributo e di certo la concessione seppur temporanea di quegli spazi è andata ben oltre le nostre competenze e facoltà. L’aver contribuito a tamponare una situazione d’emergenza non deve far dimenticare che le attività e le prestazioni terapeutiche in esame sono svolte da uno studio privato in regime di libera concorrenza, rispetto al quale il Comune non può e non deve incidere. Ma attenzione, questo non significa che siamo indifferenti alle enormi difficoltà, anche di tipo economico, che le famiglie devono sopportare e posso assicurare che le terremo nella giusta considerazione, anche studiando forme di sostegno specifiche nell’ambito della formulazione del piano di zona».