Roma, 29 ottobre – Forse ognuno di noi, da piccolo, l’ha sognato. Per chi, come il sottoscritto, è cresciuto con il mito di “Jurassic Park” negli occhi sino a trasformare la propria cameretta in una riserva preistorica, in questo momento starà invidiando non poco lo studente americano delle scuole superiori in grado di trovare lo scheletro di un piccolo dinosauro Parasaurolophus prontamente ribattezzato Joe. Si tratta del reperto più completo ritrovato in questo genere di dinosauri. Esso è stato scoperto quattro anni fa dallo studente Kevin Terris all’interno del “Grand Staircase-Escalante National Monument” nello Utah meridionale.
Una storia che ha quasi dell’incredibile, quasi come la miopia degli paleontologi professionisti che hanno inspiegabilmente “mancato” il campione. Più e più volte avevano camminato ed operato nei suoi pressi, senza mai portarlo alla luce. Non prima dell’arrivo di Kevin: «All’inizio ero interessato a vedere cosa fosse quel pezzo di osso che fuoriusciva dalla roccia – ha commentato Terris – e quando abbiamo trovato il teschio ero in estasi!».
Il Parasaurolophus sarebbe vissuto circa 75 milioni di anni fa ed sarebbe morto a meno di un anno di vita. Il suo scheletro è lungo meno due metri, ma esemplari della sua specie possono superare i dieci metri di lunghezza. Il ritrovamento del fossile ha prodotto numerosissime informazioni precedentemente sconosciute sui Parasaurolophus. Infatti, il cucciolo aveva già la cresta tubolare, caratteristica di questi dinosauri, già sviluppata. Essa sarebbe potuta servire a Joe, come ipotizzano gli scienziati, come risuonatore per richiami, oppure per rendersi maggiormente visibili. Le scansioni al microscopio, inoltre, hanno inoltre documentato l’anatomia interna del cranio dell’animale, permettendo una ricostruzione delle sue capacità vocali. Bel colpo Kevin. Bel colpo Joe.