Roma, 21 novembre- A pochi giorni dal voto di decadenza di Silvio Berlusconi, che vedrà uscire lui dal Senato e Forza Italia dalla maggioranza, Letta e Saccomanni portano in discussione uno dei punti nevralgici del Cavaliere: l’abolizione dell’ Imu sulla prima casa.
Il governo presenta oggi al Senato la cancellazione della rata di dicembre dell‘ imu per le prime case, ad esclusione di quelle considerate di lusso, ovvero le fasce A1, A8 e A9, che comprendono ville, castelli e residenze d’epoca. L’abolizione dell’ Imu porterà ad una perdita di introiti di due miliardi e sono già al vaglio i sistemi per reintegrarli. La prime a coprire il buco saranno banche e assicurazioni che vedranno un aumento Ires e Irap del 125 per cento e poi sempre le banche anticiperanno una parte dei soldi grazie al risparmio amministrato. Se queste misure non dovessero comunque essere sufficienti a coprire i due miliardi si procederà ad una misura di salvaguardia, a cui ormai siamo abituati, cioè l’aumento delle accise su benzina e tabacchi. Certo le banche non prestano denaro senza un tornaconto personale e quindi lo stato ha proposto come scambio di rivalutare il capitale della Banca d’Italia fino a sette miliardi di euro. Le banche che possiedono i capitali nell’istituto centrale potranno mettere questo incremento a bilancio già dal 2013. Nonostante quindi l’ abolizione dell’Imu dalla prima casa sia ormai un dato di fatto, Forza Italia non si mostra soddisfatta. Le accuse e i malumori del nuovo partito vengono rivolte al ministro dell’agricoltura Nunzia de Girolamo, esponente del Nuovo centro destra, per l’abolizione della rata anche da terreni agricoli e fabbricati. Per farlo però occorrono 400 milioni e al momento il ministro ne ha trovati soltanto 200 fra le pieghe di bilancio. Al momento attuale si può pensare soltanto ad un alleggerimento delle aliquote, ma non ad una cancellazione definitiva. In più si sono aggiunti i Comuni che chiedono 500 milioni per rimborsare quei Municipi che sono stati costretti ad aumentare le aliquote sull’ Imu per la prima casa.
Se dovesse accontentare tutti coloro che battono cassa, a Saccomanni servirebbero circa 900 milioni. In tal caso però non sarebbero solo le banche a dover pagare, ma anche le imprese, solo che queste ultime, a differenza delle banche, non incasserebero nulla. I prelievi così andrebbero a gravare su piccole e medie imprese o costrette alla chiusura o a far lievitare i prezzi, in questo caso a discapito dei consumatori