Roma 20 novembre – La Campania è come Chernobyl, anzi peggio. Lo dimostrano i tanti giovani che muoiono ogni giorno per le malattie sorte a causa dei rifiuti tossici che in quei territori sono stati interrati. Ma quando Carmine Schiavone, il boss pentito, rivela ai microfoni del popolare programma Le Iene di Italia 1 che ad essere seppelliti in quelle terre oggi coltivate ci sono anche rifiuti nucleari ci si accappona la pelle. Chi è il responsabile di un genocidio lento e inesorabile di un’intera popolazione che abita quei territori? Carmine Schiavone aveva rivelato queste informazioni nel ’93, nel ’97 lo Stato ha scelto di nascondere tutto destinando alla morte centinaia di persone. Alle famiglie delle vittime però, organizzate in Comitati, non è bastato piangere i loro cari e hanno scelto la lotta che ha portato alla rivelazione di uno sfacelo incalcolabile. 16 anni di silenzio e di bugie. Nei campi dove erano stati sotterrati i rifiuti nucleari oggi sorgono case che si forniscono d’acqua con i pozzi, e campi coltivati da ortaggi che ogni giorno finiscono sulle nostre tavole.
Troppo conveniente l’affare dei rifiuti per i clan mafiosi, ma anche per i politici foraggiati da questo traffico e anche per le forze dell’ordine che per ogni camion carico di scarti tossici prendevano, a quanto rivela Schiavone, ben 10 mila euro. Schiavone è un fiume e parla di un individuo appartenente alla P2 che l’ha raggiunto come rappresentante di una fabbrica di Milano che aveva in appalto lo smaltimento dei rifiuti nucleari dalla Germania, Svizzera ecc… e che proponeva al boss di interrare il tutto nel suo paese. Il boss vecchia scuola avrebbe rifiutato la proposta accettata dalle nuove leve dei Casalesi più dediti al dio denaro. Francesco Bidognetti, condannato già a 20 anni per disastro ambientale, prendeva 600 milioni al mese insieme ad altri 5 esponenti del clan. In quel periodo il clan dei Casalesi aveva l’appalto della superstrada di Caserta e di conseguenza tante cave per l’estrazione dei materiali. Cave che poi riempivano con i rifiuti tossici. La gente intanto muore ma le prime analisi ad esempio sull’acqua dei pozzi sono stati effettuate. Ebbene a Casal di Principe il Comune ha verificato l’inquinamento dell’acqua, ma la gente questo non lo sa. Sicuramente è il momento di agire e mettere al sicuro la salute delle persone che vivono nella zona.
Fonte: Mediaset Italia1