Roma, 18 novembre- La crisi sta cambiando il volto del nostro Paese, l’economia green vola ai primi posti, con un più 7 per cento, soprattutto nei settori dell’alimentazione e del recupero di impianti industriali. Agli ultimi posti invece i settori tradizionali del trasporto, dell’edilizia e delle produzioni metalliche, che hanno perso ilo 7.6 per cento.
Alla convention delle categorie , tenutasi a Roma il 15 e il 16 novembre, sono stati presentate le statistiche dei settori in ascesa e di quelli in difficoltà. I dati raccolti dall’ufficio studi di Confartigianato dimostra che tra ilo 2009 e il 2013, l‘economia green ha dimostrato la maggiore capacità di dinamismo imprenditoriale. Il maggior sviluppo, pari al 23 per cento, risulta la manutenzione di aree verdi, pulizia di edifici e cura del paesaggio. Subito al secondo posto, c’è la riparazione e installazione di impianti industriali, negli ultimi quattro anni si sono aggiunte cinque mila aziende. Infine la medaglia di bronzo spetta al settore alimentare, infatti anche in tempi di crisi non si rinuncia alla qualità del cibo artigianale, con un aumento di 4.500 imprese, fra il 2099 e il 2013. Invece buio pesto per i settori tradizionali dell’economia. L’edilizia segna la maggiore crisi, con una riduzione complessiva di 33 mila imprese a causa della diminuzione delle compravendite, dei ritardi di pagamento, del rialzo dei tassi di interesse. Anche l’autotrasporto non se la passa molto meglio, con un calo dell’ 11 per cento, su cui indubbiamente pesano i rincari sul carburante e il calo dei consumi. Infine il terzo bollino nero lo hanno conquistato i prodotti in metallo, la loro produzione è scesa del 10 per cento, con la chiusura di otto mila aziende.
Confartigianato accusa che cali così netti sono dovute alle recenti politiche, che hanno fortemente penalizzato alcuni settori industriali e artigianali, come per esempio l’aumento di 400 milioni del costo del gasolio a scopo professionale (previsto dalla legge di stabilità) che porterebbe ad ulteriore peggioramento del settore degli autotrasporti.
Gli imprenditori stanno cercando di innovare, ridurre i costi e mantenere un servizio di qualità per il pubblico per incentivare il proprio lavoro, ma in cambio chiedono al governo di aggiungere alla crisi anche misure fortemente penalizzanti e insostenibili.