Roma, 12 novembre- 70 milioni di euro che dovevano servire per portare in tutta Italia la raccolta differenziata, invece sono finiti nelle casse della Protezione civile, a guida Bertolaso, o totalmente inutilizzati.
I fondi furono stanziati nel 2007, con uno speciale fondo apposito per la raccolta differenziata, ed evitare così il ripetersi di situazione di emergenza come a Napoli. Però solo una minima parte fu utilizzata per pulire in fretta e furia la città partenopea, mentre gli altri sono letteralmente scomparsi ( se ne è totalmente persa traccia) nei piani emergenziali della Protezione civile, all’epoca guidata da Bertolaso.
A dare l’allarme sull’enorme spreco e la truffa è stata la Corte dei conti, che si è dichiarata convinta (grazie a molte prove) che di quei soldi, stanziati dallo Stato, per un buono scopo, nemmeno una minima parte è stata utilizzata per esso, ma anzi hanno ingrassato e mantenuto un sistema truffaldino e qualche commissario di turno. Addirittura, in base al rapporto, sembra che il ministero dell’Ambiente abbia ignorato il tesoretto nelle proprie casse, senza mai stilare un piano d’azione su come spenderlo. L’unico anno in cui i fondi furono spesi e molto anche, fu il 2008. L’allora premier Silvio Berlusconi prelevò 14 milioni di euro da inviare in Campania e a Orbetello, dove era sindaco Altero Matteoli, per “l‘emergenza rifiuti” e sei milioni da dare a Palermo per sgomberare i cassonetti della città. Fra le righe si sono infilati anche 162mila euro per la bonifica, mai effettuata, della Maddalena, affidata al cognato del plenipotenziario Guido Bertolaso. I giudici continuano che non c’è stato nessun monitoraggio sulla spesa di quei soldi, affidati in mani inappropriate e comunque che non rientravano affatto con la diffusione della raccolta differenziata. Solo l’anno scorso c’è stato un reale interesse di capire come venivano utilizzati quei fondi, firmando accordi con Roma, Napoli e Palermo per avviare e poi gestire al meglio la raccolta differenziata.
Al momento le indagini sono ancora in corso per capire effettivamente l’entità della truffa e coloro che l’hanno commessa.
Fonte: L’Espresso