Roma, 20 novembre- Uniti fino alla fine nella devastazione che ha colpito la Sardegna. Padre e figlio combattono abbracciati per salvarsi dalla piena. Solo la furia dell’acqua li ha separati.
Francesco Mazzoccu, 35 anni, appena saputo dei disastri in corso ad Olbia è andato a prendere all’asilo suo figlio Enrico, di soli tra anni. Voleva portarlo al sicuro, a casa loro, in via Monte a Telti, in località Raica, in Sardegna. Una corsa disperata, ma il fiume straripa e sommerge la macchina. Mazzoccu allora rompe un vetro e scende, mettendo il suo piccolo all’interno del proprio cappotto stretto a lui. Salgono su un muretto per sfuggire alla furia dell’acqua. Dalla strada sopraelevata, li vedono e cercano di salvarli, lanciando delle cime, ma quelle corde per la salvezza non li hanno mai raggiunti. Dopo 45 minuti in cui Francesco, abbracciato a suo figlio, tenta di resistere alle onde, ne arriva una troppo forte da combattere. L’uomo viene trascinato via con il bimbo ancora nascosto nel cappotto, in una marea di fango e morte. Francesco è stato trovato martedì notte, denudato dalla violenza della natura, bloccato contro un palo della luce. Il piccolo Enrico è stato rinvenuto, solo questa mattina, 50 metri più a valle, in quello che prima era un aranceto.
Tutto la Sardegna si stringe intorno alla mamma, disperata e in stato di shock, trasformando Francesco ed Enrico nel simbolo di questa tragedia, ma anche nel simbolo della fratellanza e del coraggio che contraddistingue le persone sarde.