Roma, 5 novembre A 10 anni dal congedo effettivo, a 50 anni, l’esercito italiano potrà chiedere l’esenzione dal servizio, godendo di uno scivolo d’oro e della pensione completa.
Le nuove leggi, in approvazione in Parlamento, sono decreti attuativi dell’allora governo Monti e precisamente del ministro della Difesa, Giampaolo di Paola, approdato alla politica dopo una carriera nell’ammiragliato.
Le legge avrebbe dovuto diminuire i generali e aumentare i tecnici, dividendo più equamente le spese, fra la scelta di uomini, addestramento ed equipaggiamento.
Il nuovo ministro Mario Mauro, appoggia in pieno il suo predecessore ed è pronto a mettere in atto la legge, tramite decreti, che porteranno «Trentacinquemila uomini in meno in dodici anni»come annuncia enfaticamente il ministro.
Ovviamente le spese per la sicurezza gravano sui conti pubblici e sui cittadini, soprattutto tramite tre voci: passaggio del personale fra un ministero e l’altro, prepensionamento e “esenzione dal servizio“. In base a quest’ultima voce i militari di 50 anni potranno chiedere l”esenzione dal servizio” ( con 10 anni di anticipo rispetto al congedo). Senza mai tornare al lavoro, grazie allo scivolo d’oro percepiranno l’85 per cento dello stipendio e il 100 per cento della pensione. Inoltre potranno effettuare un altro lavoro, perchè i stipendi non saranno cumulabili.
La riforma è stata notata e contestata da Gian Piero Scanu, capogruppo pd in commissione Difesa che accusa il decreto sullo scivolo d’oro, in quanto sarà ingiustificabile di fronte al Paese, di fronte a precari, licenziati ed esodati.
Il capo di Stato maggiore dell’Esercito, Claudio Graziano difende i suoi uomini e sostiene che se l’Italia vuole fare le missioni, non può lesinare sulla sicurezza degli uomini, e questo passa dall’addestramento, dall’equipaggiamento, ma anche attraverso l’esenzione del servizio
«Se vogliamo fare le missioni,- dice Graziano– ci serve la certezza di risorse adeguate per l’addestramento del personale e sull’ammodernamento. Non si tratta di spese, ma di un investimento. Anche l‘esenzione del servizio è necessaria, il personale non può essere abbandonato dopo aver svolto tre o quattro missioni».
La faccenda che riguarda lo scivolo d’oro è difficile da sciogliere, perchè se Graziano ha ragione da un punto di vista è pur vero che non tutti i soldati fanno tre missioni o vanno in missione. Il confronto in Parlamento continua, cercando una mediazione che onori sia i nostri soldati all’estero, sia i nostri lavoratori in Italia.