Roma, 12 novembre – La Regione Lazio conta nel portafoglio 103 partecipazioni in società e con i vari enti arriva ad un totale di 7.361 dipendenti; più del doppio del personale della Regione stessa. Il governatore Nicola Zingaretti punta a tagliare poltrone, riducendole da 88 a 13. Appena salito alla Regione ha dovuto pagare 50 milioni solo per tappare i buchi delle società regionali.
Come si sia potuti arrivare a cifre così basti penssare al caso di Lazioambiente, società creata dalla giunta di Renata Polverini giusto prima di essere costretta alle dimissioni, con il solo obiettivo di riassumere i 487 dipendenti (dei quali 37 in cassa integrazione da tre anni) di un gruppo di società ambientali fallite facenti capo ad una cinquantina di comuni laziali. Spesa ammontò a 20 milioni, con un costo annuo di 510milioni di euro.
Basti pensare alle perdite di 71.120 euro al giorno dell’azienda di trasporto Cotral, che a fine 2012 aveva un patrimonio netto negativo per 15milioni; o alla voragine dell’Arsial, agenzia regionale creata per sostenere l’agricoltura, commissariata da qualche mese, che ha 17 milioni di debiti. Fino ad arrivare ad un ristorante, stranamente di proprietà della Regione, sito in via Margutta che, non si sa bene come, pur non pagando l’affitto, ha accumulato un milione e mezzo di debito con i soli fornitori. Anche le quote in società private, come Sviluppo Lazio, società controllante della vecchia Fiera di Roma, hanno contribuito alla grossa voragine che la Regione Lazio ha dovuto sanare. Questi e molti altri sono i misteri che aleggiano intorno alla Regione e che lo stesso Zingaretti si è trovato a dover risolvere.