Roma, 11 dicembre- Come promesso i metalmeccanici della Fiom sono giunti oggi a Roma con circa 30 camper per chiedere al governo una politica industriale che abbia al centro la difesa dell’occupazione, dei diritti e di un nuovo modello di sviluppo. Sono giunti a piazzale Flaminio e da qui si sono divisi in gruppi per assediare i vari obiettivi, fra cui il ministero dell’Economia e il ministero del Lavoro. Proprio sotto al palazzo dello sviluppo economico è stata inscenata, insieme a Landini, una particolare protesta innalzando un muro di scatole. Su ogni scatola c’era il nome di un’azienda che ha già dichiarato la cassa integrazione o comunque prossima all’esubero, come per esempio Selex, Electrolux, Indesit, Industrie metallurgiche, Lucchini, Fiat Cnh, Pirelli. Il muro contava 100 “mattoni” e, oltre il nome delle aziende, e il numero esatto degli esuberi previsti, ricordiamo fra le altre la Fiat Mirafiori con sei mila esuberi, la Fiat Sata di Melfi con cinque mila, la Fiat di Cassino con quattro e l’Ilva di Taranto con 11 mila. Dopo alcune accuse reciproche fra la Fiom e i forconi, oggi non ci sono stati contatti, sempre attento però il controllo dei corpi celeri per tenere i due gruppi ben separati. Dopo alcune ore Maurizio Landini ha abbattuto il muro, come segnale sia per gli imprenditori che per il governo, ricordando Roger Waters, leader dei Pink Floyd.