Roma, 4 marzo – A una settimana dal brusco stop in casa contro la Scozia, l’Italrugby prova a rimettere insieme le forze, fisiche e mentali, e a ripartire per un finale di Sei Nazioni complicato ma che può ancora regalare qualche sorpresa. Fuori Alessandro Zanni per infortunio al ginocchio e ancora in forse capitan Sergio Parisse (problema al polpaccio), gli azzurri dal ritiro dell’Acqua Acetosa a Roma si mostrano comunque fiduciosi, nonostante le prossime sfide con Irlanda (a Dublino sabato prossimo) e Inghilterra non facciano sperare gli addetti ai lavori. E a dircelo è Luciano Orquera, mediano d’apertura delle Zebre e 39 caps in Nazionale.
A una settimana dalla Scozia, che idea si è fatta il gruppo dopo questo ko?
Siamo consapevoli che l’ultima partita non è andata come volevamo, ma siamo comunque consci del buon percorso che avevamo fatto prima. Ora siamo molto motivati per le ultime partite, a partire da quella di Dublino, che non sarà semplice. Sarà dura ma dobbiamo provarci.
Con la Scozia, alla fine del primo tempo, si aveva la sensazione di avere in pugno la partita, nonostante un gioco non eccelso ma di certo migliore degli avversari. Poi cosa è successo?
In quei 15 minuti al rientro dagli spogliatoi si poteva fare punti e chiudere la partita, eravamo a +10, magari una punizione o una meta e toglievi la voglia agli avversari di andare avanti. Invece loro hanno preso subito punti, è subentrata dunque la pressione e tanti dubbi da parte nostra. Nel secondo tempo sono usciti molto più convinti di noi, dovevamo chiudere la partita, magari qualche punto e metterli in difficoltà e sfruttare i loro errori. Dovevamo essere più convinti.
Sei Nazioni 2013 eccezionale, c’è stato il salto di qualità rispetto alle scorse edizioni. Ma ancora però manca quel particolare che fanno grande una squadra, ossia vincere le partite che si devono vincere.
Bisogna capire quando bisogna chiudere la partita, accelerare e portare a casa il risultato. Queste cose però non sono facili, siamo in quindici, ci sono tanti giovani ora, cominciano a capirlo sempre di piùma con il tempo ce la faranno. E’ soloquestione di maturazione da parte di tutto il gruppo.
A Dublino con l’Irlanda sarà sfida dura. Pensavi che potesse giocarsela fino alla fine nel Sei Nazioni?
Lo scorso anno mancava Sexton, ora invece c’è e hanno fatto ottime partite. Possono farcela, ppi sfruttano il fatto di avere tre partite interne. Per loro è ancora tutto possibile.
Nel 2011 fu un colpo duro a Dublino. Cosa c’è da tenere d’occhio nella sfida contro di loro?
I trequarti, O’Driscoll e Sexton che fanno moti danni dopo 2-3 fasi di gioco, gli avanti portano molto palla, in generale una squadra molto ordinata e che ha grandi giocatori in tutti i reparti.
Poi avranno motivazione in più dopo il ko dello scorso anno.
Avremo anche noi tante motivazioni, loro si ricorderanno della sconfitta dello scorso anno ma ogni partita ha una stori a sé. Non devono snobbarci però, perché sarebbe un grave errore.
Lo scorso anno avete messo paura all’Inghilterra in un tempio come Twickenham, ma in generale è da diversi anni che l’occasione di batterli è arrivata vicina. Quest’anno può essere la volta buona?
Si, per me sarebbe un sogno vincere contro di loro all’Olimpico, sarebbe una cosa straordinaria. Si entrerebbe nella storia e per me è possibile. Se entriamo convinti come in altre partite con squadre molto forti, perché no?
In più Olimpico pieno.
E’ una motivazione in più. Giocare in un’Olimpico così è stupendo, con il pubblico che canta e ti incita in ogni azione d’attacco o quando fai una bella giocata. Per me e i miei compagni è una motivazione in più. E dobbiamo sfruttare proprio questo fattore. Se entriamo con la testa giusta, secondo me, il colpo è possibile.