L’annuncio è stato dato il 17 marzo alle 15.45 dall’Harvard – Smithsonian Center for Astrophysic, per poi essere confermato durante una conferenza stampa nello stesso pomeriggio alle 17: il telescopio Bicep2 avrebbe catturato un’immagine delle onde gravitazionali primordiali, la cui esistenza confermerebbe la teoria dell’inflazione, secondo la quale l’universo si sarebbe espanso rapidamente subito dopo il Big Bang. Per essere più precisi quello che questo strumento ha captato è la Polarizzazione primordiale B o Nodo B, cioè quello che resta dei primi vagiti dell’universo.
Per capire l’importanza della scoperta bisogna ritornare agli inizi del ‘900 quando Albert Einstein, nella sua teoria della relatività generale, aveva previsto le onde gravitazionali. Quelle stesse onde sono alla base della teoria dell’inflazione proposta da Alan Guth nel 1980. Lo scienziato del Massachusetts Intitute of Technology, che aveva teorizzato il fenomeno dell’espansione accelerata dell’universo più di 30 anni fa per spiegarne la straordinaria uniformità, ora definisce questa scoperta assolutamente degna di premio Nobel. Secondo le sue teorie l’universo si sarebbe espanso in modo esponenziale, immediatamente subito dopo l’evento che viene chiamato Big Bang.
Le onde gravitazionali, fino a quel momento solo teorizzate, sono state poi rilevate indirettamente nel 1974 da Russel Hulse e Joseph Taylor, premi Nobel per la fisica nel 1993. E ora tracce ancestrali come si presentavano 380 mila anni dopo il Big Bang, cioè 13.8 miliardi di anni fa sarebbero state catturate da Bicep2, telescopio sensibile alle microonde istallato in Antartide. John Kovac, l’astronomo di Harvard che ha guidato il gruppo di scienziati, ha affermato: “rilevare questo segnale è uno degli obiettivi più importanti della cosmologia oggi”. Non dobbiamo pensare però che tutto sia finito con questo annuncio, perché molti esperimenti vanno ancora fatti per confermare quello che è stato osservato.