Roma, 13 marzo – Nuovi dissesti lungo le vie di Roma: stamattina alle 6,50 i residenti di Via Appia antica hanno assistito all’ ennesimo crollo, dovuto ad una frana che ha portato al cedimento di una parte consistente del tratto perimetrale che costeggia le mura della “Regina viarum” risalente al IV secolo a.C.
La frana, le cui dimensioni raggiungono circa i 4-5 metri di lunghezza, ha completamente invaso la strada il cui accesso è stato chiuso a veicoli e pedoni, anche in relazione al fatto che il crollo interesserebbe il muro di un’abitazione privata di interesse storico risalente al 1700-1800. Sul posto sono intervenuti tempestivamente Vigili del Fuoco, Polizia municipale e la Sopraintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici e, da quanto si apprende da quest’ultima, il Comune di Roma avrebbe disposto l’accantonamento del materiale franato che costeggia Via Porta San Sebastiano.
“La Grande bellezza” romana tuttavia non è nuova ad incidenti di questo tipo: nelle ultime settimane la Capitale ha assistito al crollo delle Mura aureliane all’altezza di piazzale Ardeatino nonché a quello di uno degli speroni della Villa de sette Bassi, nel Parco Regionale dell’Appia Antica.
Non c’è bisogno di un’occhio clinico per capire i problemi strutturali della città. Basta una semplice passeggiata per accorgersi del dissesto in cui versano molti punti (non solo storici) di una città, ormai passata dall’essere “Caput mundi” a semplicemente kaputt. A questo proposito il Sindaco (che aveva minacciato il blocco della città in caso della mancata approvazione del decreto Salva Roma), nel febbraio scorso, sottolineava la necessità di “un sostegno economico di tipo filantropico e mecenatistico da parte di altri Paesi”. Visto il successo riscosso da Letta negli Emirati e i 500 milioni in questua ricevuti, che arrivi qualche aiuto in soccorso del Campidoglio?