Con un originale allestimento scenografico si è aperta al Colosseo dal 14 marzo al 5 ottobre 2014 una grande mostra “La biblioteca infinita. I luoghi del sapere nel mondo antico“. Promossa e prodotta dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, in collaborazione con Electa, questa eccezionale rassegna ha lo scopo di rievocare i luoghi e i modi della diffusione della conoscenza nell’antichità.
Il percorso espositivo della mostra viene ospitato nei maestosi ambulacri dell’anfiteatro Flavio, che per l’occasione sono stati ricoperti da imponenti scaffalature chiamate armaria, usate nelle biblioteche antiche per conservare i rotoli di papiro. L’esposizione curata da Rossella Rea e Roberto Meneghini presenta 7 sezioni, che rivelano attraverso alcune mappe la diffusione dei luoghi della conoscenza nel mondo greco-romano, mentre alcuni plastici riproducono una serie di principali biblioteche dell’impero. Inoltre sono presenti circa 120 preziosi reperti , tra cui statue, affreschi, rilievi, strumenti e supporti di scrittura, che documentano la straordinaria evoluzione del libro e della lettura nell’età ellenistica fino al tardo antico. Sono anche ben spiegate importanti tematiche storiche, artistiche e religiose, legate a quei spazi pubblici e privati, chiamati auditoria, luoghi composti da un insieme di sale destinate all’ascolto di pubbliche letture, dove i romani scambiavano e custodivano il loro sapere.
A restituire però le più interessanti informazioni legate alle biblioteche romane e al sapere antico, sono i reperti in mostra, provenienti dai due importanti scavi archeologici, avvenuti a Roma, che rivelano magnifiche e inedite testimonianze, legate appunto a quei luoghi del sapere del mondo antico. Da non perdere i ritrovamenti degli auditoria di Adriano a Piazza Madonna di Loreto, scoperti nel 2008, la scoperta del templum Pacis, situato lungo la via dei Fori Imperiali, che testimonia uno strepitoso complesso romano, voluto da Vespasiano, costituito da un giardino portico in cui erano esposte, come in un museo, le più belle opere d’arte provenienti dalla Grecia e dall’Asia minore, ospitando anche una famosa biblioteca – divisa nelle consuete due sezioni greca e latina – e auditori per conferenze, pubbliche letture e insegnamento.
Un’esposizione decisamente ben organizzata, che racchiude in sé tutto l’amore per la conoscenza. La storia del sapere fatta di luoghi d’incontro dove il cittadino da sempre viene in contatto con punti di vista diversi. Una mostra che esalta il significato di difendere e conservare con estrema energia e fino all’ultimo istante il sapere umano.
Roma, 20 marzo