Per il ministro del lavoro Poletti si può arrivare a un accordo sulle questioni spinose del jobs act: contratti a termine, apprendistato. Giuliano Poletti è tranquillo perché ritiene in Parlamento si troverà una mediazione tra Governo e sinistra PD. La terza via potrebbe essere tre anni per i contratti a termine senza la cosiddetta causalità, ma un numero inferiore di proroghe rispetto alle otto previste dal provvedimento varato dal Governo.
Per quanto riguarda l’apprendistato, rientro sì della formazione pubblica, cioè delle Regioni, con la conferma, però, di non dover stabilizzare una quota di contratti per poterne avviare di nuovi. Queste sono le due appendici in cui i due volti del PD si giocano il decreto-lavoro.
I voti di Forza Italia su questo non mancheranno, il problema in effetti è tutto interno al PD. Dopodomani è previsto l’incontro tra Giuliano Poletti e il gruppo parlamentare dei democratici di minoranza. Ma viste anche le parole di Cuperlo alle varie correnti bersaniane, fassiniane etc, l’ipotesi di convergere verso la maggioranza è altas, anche in vista delle europee e con un occhio ai sondaggi in crescita.
Relatore del decreto jobs act è Carlo dell’Aringa economista esperto di questioni del lavoro, e soprattutto uomo di mediazione e di collegamento con il mondo delle organizzazioni sociali (sindacati e imprese). Così la commissione lavoro della Camera inizia il disgelo. Infatti anche a proposito delle ultime turbolenze stuzzicate da Renzi, da oggi a giovedì, saranno ascoltati dalla Commissione Lavoro di Montecitorio i soggetti sociali, dai Cobas alla Confindustria, e i rappresentanti
delle piccole imprese.
Poletti non sembra intenzionato a cedere sull’estensione da uno a tre anni della durata del contratto a termine senza indicazione del motivo per cui l’imprenditore assume il lavoratore. Perché questa viene considerata dal governo una delle norme qualificanti del decreto jobs act.
intanto sabato scorso Visco, il governatore della Banca d’Italia, ha dato ragione alla CGIL di Susanna Camusso affermando che la stabilità dei contratti di lavoro è funzionale anche ad un incremento della produttività. Formazione, stabilità, causale e durata sono i temi al vaglio della staffetta.
Roma, 31 marzo