Gli albergatori e tutta la filiera del turismo sono sul piede di guerra per la nuova tassa di soggiorno che si intende far pagare ai turisti della Capitale. Il settore denuncia un accanimento contro gli operatori che si fanno in quattro per mantenere alto l’afflusso di visitatori nella Città Eterna, nonostante i molti disservizi della stessa. In proposito prende la parola Anna Crispino, presidentessa di Assohotel e proprietaria di un albergo in via XX Settembre. « Saremo in piazza Santi Apostoli l’8 aprile perchè il Comune capisca che non siamo un bancomat. -ha dichiarato la Crispino- Il nostro è uno dei pochi settori ancora produttivo, si vedono russi, cinesi e americani, ma non è sempre alta stagione o il weekend della canonizzazione dei due papi. Tutto ik, settore turismo fa già i salti mortali per non licenziare il personale, vista anche la concorrenza sleale di case albergo e B&B fuori dalle regole. Abbiamo abbassato i prezzi, scesi in due anni del 10-15 per cento pur di restare competitivi e sul mercato. E questa ulteriore gabella, di cui non si è nemmeno capita la reale entità, è una tassa in più che pagheranno ancora una volta gli italiani. Questi ultimi infatti rappresentano il 40 per cento della nostra clientela. – e rincara la dose la Crispino- Perché gli stranieri dovrebbero pagare 10 euro in più per andare in un albergo romano a 5 stelle? Ha un senso visto che poi quando vanno in giro per la città si trovano davanti una Roma sporca, piena gente che per strada cerca di venderti di tutto. Nella capitale manca la segnaletica, siamo noi a dover dare indicazioni e cartine agli stranieri». A sorpresa si schiera dalla parte degli albergatori anche Francesco d’Ausilio, presidente del Pd in Campidoglio, che ha promesso l’apertura di un tavolo con l’amministrazione per arrivare il prima possibile a misure condivise.