Sono quelle notizie che non ti aspetti che arrivino, soprattutto così all’improvviso, anche se si sapeva che la malattia stava consumando l’ex allenatore della Samp, Vujadin Boskov, ma restano notizie che ti colpiscono, che ti lasciano un segno. E’ successo subito dopo le partite della domenica del 27 aprile, quando arriva la notizia della morte di Vujadin Boskov. Il Maestro di Novi Sad si è spento all’età di 82 anni, dopo aver vissuto per anni con una brutta malattia. Anche chi non è esperto di calcio, conosce il personaggio che negli anni ’80 – ’90 ha solcato le panchine del campionato italiano. Ha cominciato ad allenare in Italia l’Ascoli nell’85, per poi passare l’anno successivo alla Sampdoria, di Mantovani, società in cui ha ottenuto i suoi più grandi successi, dove ci era già stato come giocatore; ha avuto esperienze anche al Napoli e alla Roma. Ma ovunque sia stato ha lasciato un grande segno e adesso la sua dipartita lascia un vuoto nel mondo del calcio.
La notizia l’ho letta su twitter, mentre controllavo i risultati della mia squadra, sono tifoso della Sampdoria dal 1988, e quindi la notizia è stata una vera e propria bomba, uno shock. Sono stato alcuni secondi fermo a guardare lo schermo del mio telefono e a dire che non era vero, non era possibile che la morte si fosse presa lo zio Vuja, l’uomo che ci ha regalato il primo scudetto, due coppa Italia, e una Coppa delle Coppe. Vujadin Boskov era il timoniere di una squadra straordinaria costruita alla perfezione dall’amato presidente Paolo Mantovani, e in rosa il fior fiore di giocatori del calibro di Mancini, Vialli, Dossena, Pagliuca, Vierchowod, Cerezo. Una squadra capace di arrivare fino alla finale di Coppa Campioni, persa all’ultimo respiro contro il Barcellona.
Indimenticabili resteranno le sue celebri frasi, con il suo italiano slavizzato, con il suo non tenersi nulla, con le sue frasi all’apparenza scontate, ma che riuscivano a rendere l’idea di quello che voleva raccontarci. Nessuno può dimenticare la più celebre: “Rigore è quando arbitro fischia”.
Le parole contro il giocatore del Genoa, Perdomo: “Se io sciolgo il mio cane, lui gioca meglio di Perdomo”, (Poi arrivò la rettifica successiva) “Io non dire che Perdomo giocare come mio cane. Io dire che lui potere giocare a calcio solo in parco di mia villa con mio cane.
”
“Questa partita la possiamo vincere, perdere o pareggiare.”
“Gli allenatori sono come le gonne: un anno vanno di moda le mini, l’anno dopo le mettiamo nell’armadio.”
“Sampdoria è come bella ragazza, a chi tutti vogliono i baci.”
Proprio queste frasi hanno costruito il personaggio giornalistico che anche dopo anni, girano ancore nel web i suoi aforismi. Su twitter sono nati degli account che ricordano la sua figura, che giocano sul suo modo di parlare, sulle sue frasi un po’ scontate, un po’ così.
Immediati sono arrivati i messaggi, tweet per ricordare la figura di Vujadin Boskov, dal mondo dello sport e non. Anche il Genoa, ha lasciato sul proprio profilo di twitter un messaggio di cordoglio, a dimostrazione di quello che l’uomo di Vukovar ha dato al mondo del calcio. Roberto Mancini, che, forse più di tutti, è stato legato alla figura dell’allenatore slavo ha rilasciato ai microfoni di Sky Sport: “Per noi era un fratello maggiore, che ha saputo tirare fuori il meglio. Il papà era Paolo Mantovani, il nostro presidente, e ora si incontreranno in cielo e si faranno due risate per i tanti momenti belli passati insieme. Quando è arrivato alla Samp veniva dal Real Madrid ed era un tecnico già di esperienza. Ha preso una squadra che stava crescendo, ci ha fatto sentire tutti importanti e questo ci ha aiutato tanto a credere in noi stessi e a migliorare. Voglio ricordare i mille momenti felici in cui faceva la sue battute. In questo momento triste, il ricordo va alla famiglia, ai figli e ai nipoti. Per noi è stato un personaggio importantissimo ed è un grande dispiacere”
Enrico Mantovani, figlio del presidente Paolo, ha rilasciato al Secolo XIX il suo cordoglio: “Quello che vorrei sottolineare non ha nulla a che fare con il fatto che ha vinto lo scudetto sulla panchina della Samp, ma è come ha vissuto il periodo in blucerchiato, con il suo contributo di umanità e simpatia che lo ha portato a risultati straordinari, come la vittoria dello scudetto. La persona era di gran lunga superiore al tecnico. Tutti quelli che lo hanno conosciuto, la pensano come me. Boskov era sereno, buono e simpatico, ci mancherà tantissimo”
La sua figura, il suo carisma, la sua simpatia, il suo sorriso resteranno impresse nella memoria di tutti. Il mondo del calcio sarà più solo adesso senza l’uomo di Novi Sad. Mi piace ricordare le sue litigate con Mancini, mi piace ricordare i suoi gesti durante le partite. Ci ha lasciato un ricordo indelebile, per me, che ho il cuore blucerchiato, ma sono sicuro anche chi ama il calcio.
Roma, 28 aprile