“Sono romano e romanista”. Così Miralem Pjanic, uno dei protagonisti della stagione della Roma, in una intervista esclusiva al Guerin Sportivo. Il bosniaco parla del finale di stagione ma anche di quanto è accaduto quest’anno nel gruppo giallorosso. “È vero che la Juventus sta disputando un campionato eccezionale e che ha ancora un discreto vantaggio però possiamo dire la nostra. Vogliamo vincere ogni partita e prendere il massimo dei punti, i conti si faranno alla fine. Forse i giocatori della Juve hanno maggiore esperienza, sanno come gestire le pressioni da primato, sono abituati a vincere. Formano un gruppo consolidato, da tre anni con lo stesso allenatore. Rispetto a loro, noi abbiamo avuto tante novità ma stiamo disputando un grandissimo campionato. È un dato di fatto che nessuno ci potrà più togliere. Anche il Napoli è una buona squadra, non mollerà”.
Una stagione straordinaria, figlia di un’altra da dimenticare, culminata con il ko in Coppa Italia contro la Lazio: “Sicuramente ha influito molto la nostra voglia di rivincita – dice Pjanic – Poi è arrivato un nuovo allenatore, nuovi giocatori di grande esperienza internazionale. Ma anche noi “reduci” volevamo riscattarci perché nelle prime due stagioni avevamo fallito gli obiettivi. Anche quelli erano gruppi con ottime qualità. Purtroppo non siamo riusciti a metterle in mostra come avremmo voluto e dovuto. Adesso andiamo nella stessa direzione, giocatori e allenatore. Siamo molto uniti e tutti credono nelle idee di mister Garcia. Lui è molto preparato, sta facendo benissimo, anche considerando che è al primo anno in Italia. Ci chiede sempre di più, punta in alto e non ha paura di nessuno: tutte doti che è riuscito a trasmettere alla squadra, dando fiducia a ciascuno di noi”.
E sul momento della svolta ha le idee chiare: “Le prime partite: abbiamo iniziato subito bene, quando vinci e dimostri di essere superiore agli avversari trovi convinzione nei tuoi mezzi. Abbiamo anche avuto un enorme aiuto dai nostri tifosi, che sono davvero straordinari. Nonostante le delusioni degli anni precedenti, ci sono stati vicini dall’inizio, dandoci forza. Garcia? Ha lavorato molto sulla testa, restituendoci fiducia. Appena è arrivato a Trigoria, ha capito subito che diversi giocatori psicologicamente non erano al meglio. Però ha intuito anche che c’era già tanta qualità in questa rosa. Ci ha trasmesso le due idee, mettendo in chiaro le regole e unendo la squadra. Fin dal ritiro di Brunico si è percepita un’atmosfera diversa, l’ambiente era meraviglioso. Poi i primi risultati positivi ci hanno dato la giusta carica. E’ vero, è stato decisivo nel convincermi a restare. In estate abbiamo parlato a lungo, mi ha responsabilizzato dicendo che avrebbe contato molto su di me. Ma ha influito anche la sua idea di gioco, che esalta le mie caratteristiche. In questo è simile a Luis Enrique: la loro filosofia si sposa con il mio modo di stare in campo”.
Poi lancia un messaggio d’amore: “In Bosnia ho le mie radici, la gente mi accoglie bene. Al Lussemburgo sono affezionato, ho trascorso lì la mia infanzia. Ci sono molti posti dove torno con piacere, ma se devo scegliere dove sentirmi a casa, allora dico Roma. Mi trovo benissimo, in tutti i sensi: per vivere, per giocare. E non lo dico perché ora sto qui. Affascinato dagli stadi inglesi? Sì, è l’aspetto più bello. Ma voglio aggiungere una cosa: non so se esistono tante squadre che hanno una Curva come la nostra Sud. Quando anche noi avremo uno stadio sul modello di quelli inglesi e con una Curva cosi attaccata al campo, sarà un disastro per ogni avversario e un sogno per chi gioca nella Roma. Spero che in Italia ogni squadra arrivi ad avere uno stadio di proprietà, sarebbe uno spettacolo”. Ma la Roma guarda già al suo nuovo impianto e Pjanic non vede l’ora: “E’ molto importante, ogni grande squadra europea ha uno stadio moderno. Anche la Juve ha ricavato vantaggi dal nuovo impianto. Ma una tifoseria come quella della Roma non ce l’hanno in molti. Sarebbe una combinazione speciale, unica. Guardiamo al progetto con occhi grandi, speriamo si faccia presto”.
E pensa alla Champions del prossimo anno: “Stiamo facendo il percorso per tornare in Champions, ma siamo già completi. Non siamo solo noi quattro, ce ne sono altri. Anche l’attacco è forte, la difesa prende pochissimi gol, una grande squadra deve avere sempre giocatori di qualità e noi possiamo contare su tutti”. Mentre sul suo sogno: “Vincere il più possibile. Ho tanti obiettivi, personali, con il club e con la Nazionale. Lavoro ogni giorno per migliorarmi e per essere ogni anno più forte. E sogno che la gente non dimentichi il mio nome”.
Roma, 11 aprile