Nel 1974 il Mondiale tedesco sancisce la fine del dominio del Brasile e il ritorno sul tetto del mondo della vecchia Europa. Una edizione piena di interessi e di bel calcio quella tedesca del campionato del mondo, soprattutto per la presenza da protagonista dell’Olanda, sa sempre anonima partecipante alle qualificazioni per la Coppa ma mai nel gotha. Ma nel 1974 ecco l’occasione d’oro, quella della vita, grazie ad uno dei moduli di gioco che fece la storia.
Segnatevi questa data: 7 dicembre 1966. Sì, perché da quel giorno per il calcio mondiale niente sarà più lo stesso. La sconfitta dei campioni d’Inghilterra del Liverpool viene battuto 5-1 dall’Ajax, protagonista un giovanissimo Johann Cruijff, che negli anni a seguire trascinò i lancieri in Europa con successi a non finire. Potendo contare su campioni assoluti in ogni zona del campo, l’Olanda riuscì a sviluppare un calcio “totale”, fatto di pressing a tutto campo, disciplina ed estro allo stesso tempo, cosa mai vista fino ad allora. Una vera bomba quella arancione, che dopo i trionfi con i club doveva trovare il suo inevitabile sbocco nella Coppa del Mondo. E quella edizione sembrava ormai scritta, come era già successo in passato con i campioni brasiliani. I risultati dei gironi diedero subito l’impressione che questa potesse essere realtà: 2-0 all’Uruguay e 4-1 alla Bulgaria, solamente la Svezia del grande Hellstrom riesce a fermare Cruijff e compagni. Il 4-0 all’Argentina fu l’ennesimo colpo prima dei capolavori contro Germania Est e Brasile, spazzati via con un secco 2-0. Il piatto è pronto, lì per essere divorato, non c’è più nulla ad impedire il banchetto. Ma il Dio del calcio a volte è cinico e anche stavolta non premia il più bravo. O forse sì, perché a ben vedere la Germania Ovest che trionfa nel Mondiale casalingo ha dei meriti chiari ma molto diversi da quelli che invece dovevano portare alla vittoria dell’innovazione olandese. E’ il regno della marcatura ad uomo, con un tocco di classe e sostanza, dove Beckenbauer incanta per la sua classe e Muller è il perfetto realizzatore di una manovra disciplinata quanto concreta. Uniche titubanze solo nel primo girone, dove arriva dietro ai fratelli dell?Est, ma le polemiche temprano l’animo di una squadra che, partita dopo partita, mostra la sua vera forza. E in finale il capolavoro. Neeskens illude, poi Breitner e Muller ribaltano tutto. Per uno dei trionfi più belli della Germania.
La storia del Mondiale
https://www.youtube.com/watch?v=qguaSKKWnwE
Il video della Finale
Uno dei più grandi capolavori nel Mondiale dell’Olanda “totale”
Roma, 21 maggio