Dopo il disastro in terra di Germania e le dimissioni di Valcareggi, l’Italia era costretta di nuovo a ripartire per tornare grande. E il Mondiale del 1978, nonostante un epilogo non fortunato, rappresentò al meglio questo nuovo brillante seguito che poi avrebbe portato al trionfo in Spagna quattro anni dopo.
La guida azzurra dopo il Mondiale ’74 fu affidata al duo Fulvio Bernardini-Enzo Bearzot. Perduta la qualificazione per le finali del Campionato Europeo 1976 in favore dell’Olanda, la qualificazione al mondiale vedeva il gruppo italiano composto da Inghilterra, Finlandia e Lussemburgo. Bella la vittoria contro l’Inghilterra per 2-0 a Roma, poi la sconfitta con lo stesso punteggio Oltremanica non impedì la qualificazione, che arrivò con il successo sul Lussemburgo. Gli azzurri però, alla vigilia del mondiale argentino, sembravano stanchi e la situazione preoccupava non solo il ct ma anche la stampa, che era pronta a parlare di ennesimo flop. Per l’esordio contro la Francia, Bearzot decise di mandare in campo Zoff, Gentile, Bellugi, Scirea, Cabrini, Benetti, Tardelli, Antognoni, Causio, Rossi (a furor di popolo) e Bettega. Ma dopo 32″ sono i francesi a portarsi in vantaggio con Lacombe. Sembra un colpo già da ko, ma l’Italia comincia a macinare un gran calcio, più volte sfiora il parei, che arriva al 29′ con Rossi. E al 54′ il bis di Zaccarelli, che decide l’incontro e fa già parlare di miracolo, visti i pronostici per nulla benevoli nei confronti degli azzurri. Quattro giorni dopo tocca all’Ungheria, che viene travolta per 3-1 con reti di Rossi, Bettega (per lui anche tre legni) e Benetti. A pari merito con l’Argentina e con la qualificazione ormai in tasca, l’Italia dimostrò una superiorità tecnica impressionante, che si concretizzò, dopo diverse occasioni, al ’67, grazie ad una perfetta manovra, chiusa da un triangolo tra Bettega e Rossi, con il gol dello juventino, poi ritenuto il più bello del mondiale. Punteggio pieno e battuta l’Argentina in casa, per di più a Buenos Aires. E, alla fine dei giochi, per i padroni di casa sarà l’unica sconfitta in quel Mondiale. Al girone di semifinale di Buenos Aires ci sono, insieme agli azzurri, Austria, Olanda (che ha potuto scegliere il girone ed evitare così l’Argentina) e Germania; a quello di Rosario. La prima partita per gli azzurri è con i tedeschi, una specie di rivincita dell’Azteca, ma i tedeschi, seppur rischiando di subire per più di una volta il gol, resistono fino alla fine. Con l’Austria si comincia a sentire la fatica, ma ci pensa Rossi a mantenere intatti i sogni di gloria. Tutto viene deciso dallo scontro con l’Olanda. Arbitra Martinez, che accetta il gioco intimidatorio degli orange e ammonisce solo gli azzurri, rei di rispondere per le rime. L’autogol nel primo tempo degli olandesi galvanizza gli azzurri, che giocano bene ma sprecano almeno altre 4 palle gol. Poi al 5′ della ripresa il pareggio con un tiro di Brandts da una ventina di metri. Nell’azione precedente il gol c’è il sospetto di un pugno in viso a Zoff non rilevato dal solito Martinez, che visto Zoff scagliare la palla in fallo laterale e lamentarsi, concede solo agli arancioni la rimessa laterale. Poi un altro tiro della domenica, quello di Haan più tardi, ci condanna alla finale per il terzo posto. La sfida con il Brasile, come le altre, è giocata con il cuore e con la testa, Causio illude, poi i soliti legni e gli sprechi ci condannano, visto che l’uno-due di Nelinho e Dirceu ci mandano fuori dal podio.
Italia-Argentina
https://www.youtube.com/watch?v=41GCmqDEnPI
Olanda-Italia
Ma quanto visto nel ’78 getta le basi per qualcosa di più grande, che accadrà quattro anni dopo in Spagna. Certo, non si campa di rendita e i risultati altalenanti nelle amichevoli sono l’esempio lampante. All’Europeo casalingo si arriva dopo lo scandalo calcioscommesse, che priva Bearzot di Rossi e Giordano. Solo Collovati e Oriali le novità, per il resto confermato il blocco argentino.A Milano 0-0 con la Spagna, mentre a Torino vittoria di misura (Tardelli) contro l’Inghilterra. Ci si gioca tutto contro il Belgio ma l’arbitro Garrido ci si mette di mezzo e l’ennesimo 0-0 ci risbatte nella finalina, persa ai rigori contro la Cecoclovacchia dopo l’1-1 dei tempi regolamentari. Per la qualificazione al Mondiale l’Italia deve vedersela con Lussemburgo, Danimarca, Jugoslavia e Grecia. Le vittorie arrivano ma la stampa è tutta contro Bearzot, colpevole di non far giocare bene la squadra. Il Mundialito in Uruguay, con diverse sconfitte cocenti, anche in amichevole, rinfocolano le malignità. Nel gruppo azzurro però cominciano a vedersi volti nuovi come Ancelotti, Dossena, Conti, ma non solo. A rientrare, dopo lo scandalo scommesse, è Rossi, che viene visto come l’unico a poter risolvere i problemi in zona gol. A Vigo, nel match di allenamento premondiale con i portoghesi del Braga, neopromossi in A, vinciamo solo con la rete di Graziani e il presidente federale Sordillo tuona: “Se la Nazionale è questa, meglio tornare a casa”. All’esordio contro la Polonia fortissima di Boniek è pareggio che lascia l’amaro in bocca per l’occasione perduta, contro il Perù quattro giorni dopo buon primo tempo con rete di Conti, ma ripresa disastrosa, rigore negato agli avversari che comunque pareggiano con Diaz. Le critiche cominciano a montare di nuovo, fino ad esplodere con il terzo pari consecutivo contro il Camerun (1-1), che invece di sfruttare la scarsa condizione fisica azzurra non fa male ed esce fuori dal Mondiale. Azzurri avanti per il rotto della cuffia e stampa furiosa. Nella seconda fase poi il girone della morte contro Argentina e Brasile. Contro i campioni del mondo in carica ecco il risveglio azzurro firmato Tardelli e Cabrini, mentre a nulla vale la rete nel finale di Passarella per l’Albiceleste del giovane Maradona. E con il Brasile ecco scoppiare Rossi, che colpisce per tre volte, vanificando le risposte di Socrates prima e Falcao poi. L’entusiasmo sale e in semifinale, ancora contro la Polonia, è sempre Rossi con una doppietta ad esaltarci. Al Bernabeu in finale è ancora una volta la Germania, uno scontro epico: Cabrini nel primo tempo sbaglia un rigore, ma nella ripresa si scatenano Rossi, Tardelli ed Altobelli. La rete della bandiera di Breitner è solo una veloce parentesi, è trionfo!
Italia-Argentina
Italia-Brasile
Italia-Polonia
Italia-Germania
https://www.youtube.com/watch?v=mh18vjc00bc
Roma, 6 giugno
’78-’82, il percorso dell’Italia verso il trionfo Mundial | ITMTelevision
6 Giugno 2014 @ 13:53
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