Dopo il quarto posto nel ’78 e il trionfo in Spagna nell’82, per l’Italia sembra potersi aprire un ciclo, ma è solo un’illusione. Il gruppo, almeno nei suoi cardini, comincia ad essere logoro. A dimostrarlo già le prime amichevoli post mondiale e l’Europeo. L’obiettivo però è quello di tentare il bis Mondiale in Messico nel 1986. Alla guida sempre Bearzot, ma nonostante la vittoria della Coppa il ct sembra sempre in bilico e sotto il tiro incrociato di stampa e vertici federali. Si vedono volti nuovi come Baresi, Bagni, Ancelotti, Dossena, Di Gennaro, Vialli e il rientro di Giordano. Le vittorie contro Austria e Cina e l’onorevole sconfitta per 2-1 contro la Germania Ovest tengono però il morale alto della truppa azzurra, che parte per il centro america piena di speranze. Per il debutto nel girone contro la Bulgaria, Bearzot decide di far debuttare due novità come Galderisi al posto di Rossi e e De Napoli al posto di Ancelotti. Un tentativo già visto nell’82 e che forse i tecnico spera di ripetere negli esiti finali. Con l’addio di Zoff e la tanta incertezza, il posto in porta tocca a Giovanni Galli. Gli azzurri giocano bene e passano avanti con Altobelli a fine primo tempo, poi nella ripresa tanta sfortuna che culmina con la rete di Sirakov a 5′ dal termine. Contro l’Argentina di Maradona stesso 11 e buon gioco. Altobelli su rigore ci porta avanti ma il numero 10 napoletano pareggia i conti. Conti nella ripresa colpisce il palo, ma alla fine le due squadre preferiscono non farsi più del male. Peggio per l’Italia, che per passare il turno deve assolutamente vincere contro la Corea del Sud. E? il solito Altobelli al 18′ a trovare il vantaggio. Sembra il preludio ad una goleada, perché gli azzurri vanno forte, ma poi l’altura, la stanchezza e gli errori compromettono il gioco. Il pareggio al 62′ fa temere il peggio, poi ancora Altobelli ed una autorete risolvono la situazione, prima della rete del 3-2 degli asiatici. Girone superato, ma negli ottavi ecco la Francia di Platini: Bearzot toglie Di Gennaro e manda dentro Baresi per contrastare Le Roy, ma sarà una scelta poco felice. Proprio lui, partito in avanscoperta, viene facilmente fermato da Fernandez che, rapidissimo, dà a Rocheteau, altrettanto lesto a offrire la palla a Platini, che con un pallonetto supera Galli. Gli azzurri hanno un sussulto con Vierchowod, poi è solo Francia, che raddoppia nella ripresa con Stopyra. Tante le note dolenti e soprattutto la rabbia per essere usciti con un avversario non irresistibile. E per Bearzot è l’addio.
Italia-Argentina
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Italia-Francia
Per il Mondiale casalingo l’Italia cambia veste. Arriva Vicini e diversi i volti nuovi, come il principe di Roma Giannini, ma anche Carnevale, Baggio e un quasi sconosciuto Schillaci. Il girone non è difficile e gli azzurri vivono dell’entusiasmo del pubblico della Capitale. Al debutto contro l’Austria diverse occasioni, gioco a sprazzi ma niente reti. Al 76′ esce Carnevale per far posto proprio al neo-juventino Schillaci, che dopo due minuti con un colpo di testa su cross di Vialli dà il via alla sua magica storia in quel Mondiale. Con gli Usa il siciliano entra e non fa gol, ma ci pensa l’idolo di Roma Giannini a darci la vittoria. Ma per Schillaci il gol torna nel 2-0 contro la Cecoslovacchia, dove parte da titolare per poi non uscire più (l’altra rete capolavoro è di Baggio). Agli ottavi, sempre all’Olimpico, ci tocca la dura Uruguay, che capitola però sotto i colpi del siciliano e nel finale di Serena. L’entusiasmo sale e contro l’Irlanda basta ancora una rete di Totò al 38′ per esaltarci. L’atmosfera è elettrica, tutto sembra portarci ad una finale sicura. E invece in semifinale contro l’Argentina il cambio di sede, al San Paolo di Napoli, e non sarà lo stesso per la pattuglia azzurra. Fino ad allora Roma e l’Olimpico avevano letteralmente portato in trionfo gli azzurri, facendoli volare grazie ad un entusiasmo incredibile. A Napoli però, contro l’idolo Maradona, qualcosa sembrava stridere. E Zenga e compagni lo sentirono bene: dopo il vantaggio di Schillaci, tutto sembrava andare per il verso giusto, ma a 20′ dalla fine l’errore che porta Caniggia al pareggio. Ed è qui, nel momento topico, che il giocattolo si rompe. E ai rigori gli errori di Donadoni e Serena ci relegano alla finalina di Bari per il terzo posto contro l’Inghilterra, vinta grazie alle reti di Baggio e, indovinate un pò, di Schillaci, capocannoniere del Mondiale. Festa al Sud per gli azzurri ma quanti rimpianti per quello che davvero poteva essere un trionfo.
Il cammino dell’Italia
Roma, 7 giugno