Il 33 giri, in principio il 78 giri inventato nel 1894 da Emile Berliner, inventore del grammofono, è stato realizzato dalla Columbia Records il 21 giugno 1948, che l’ha presentato al Waldor-Astoria Hotel di New York con una capacità di 23 minuti per lato e incisi con apparecchiature di produzione Philico.
Con il long playing, meglio noto con l’acronimo Lp, è stata introdotta la possibilità di incidere più brani sulle due facce del disco. Si chiama 33 giri perché il disco veniva riprodotto a una velocità di 33 giri al minuto. Inutile dire che il caro vecchio amico vinile non abbia segnato generazioni di persone. Più di sessant’anni portati bene: copertine bellissime, dischi che si aprivano a libri e qualche inconveniente dovuto magari ai salti di solco. Ma nonostante tutto ha esercitato, ed esercita ancora, un fascino irresistibile sugli appassionati di musica, tanto che attualmente sta vivendo una seconda giovinezza.
La rinascita è un fenomeno prevalentemente inglese e americano, ma l’Italia non se la cava male e si piazza al settimo posto, con un business di poco superiore ai 2 milioni di euro annui. Pesante, delicato e poco pratico: il 33 giri ha conquistato il mercato discografico.
Roma, 21 giugno