Il Processo di Norimberga ebbe inizio il 20 novembre 1945, si occupò di processare i maggiori esponenti nazisti catturati, riguardo ai crimini commessi durante la Guerra appena conclusa, la commissione fu composta da giudici e sostituti dei paesi vincitori: Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia e Francia.
Tra gli imputati mancarono: Adolf Hitler, Heinrich Himmler, Joseph Goebbels e Benito Mussolini, assenti perché si erano suicidati tutti tranne Mussolini, che fu ucciso invece dai partigiani.
Di seguito vedremo chi furono i nazisti condannati a morte dopo la sentenza del “processo principale”, infatti, in seguito ci furono altri processi secondari che condannarono soldati e altri nazisti di importanza minore.
SS criminali di guerra – Prima del 16 ottobre, la data in cui furono giustiziati dieci nazisti, bisogna tornare indietro di qualche giorno, quando il 30 settembre i giudici definirono così le SS: “Le SS vennero usate per scopi che erano criminali, che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell’amministrazione dei territori occupati, l’amministrazione del programma di lavoro schiavistico e il maltrattamento e assassinio di prigionieri di guerra”, di conseguenza erano coinvolte tutte le persone che: “Erano state ufficialmente accettate come membri delle SS… che divennero o rimasero membri dell’organizzazione sapendo che veniva usata per commettere atti dichiarati criminali dall’articolo 6 dello statuto di Londra sui crimini di guerra”.
I giustiziati – Per il 16 ottobre 1946, era prevista l’impiccagione di dieci nazisti, giudicati colpevoli per crimini di guerra e contro l’umanità. Il giorno prima delle esecuzioni, uno di loro sfuggì all’impiccagione ma non alla morte, si trattava di Hermann Goring, considerato il numero due del Terzo Reich, avrebbe preso il posto di Hitler se l’allora Fuhrer fosse morto o incapace di intendere. Goring durante il potere nazista fondò la Luftwaffe, si occupò dell’economia in vista della guerra, saccheggiò gli ebrei prima e i nemici di guerra poi, durante il conflitto raggiunse l’apice della fama quando la Germania vinceva sempre, poi arrivarono i primi insuccessi e la presenza di Goring fu ridotta ai margini. Il 15 ottobre riuscì a reperire una capsula di cianuro per suicidarsi, fu impiccato lo stesso ma da morto il giorno seguente.
Prima della morte di Goring, c’era già stato un altro suicidio, si trattava di Robert Ley, morto il 25 ottobre dell’anno precedente. Ley era un gerarca importante del Terzo Reich, un fanatico rissoso, con gravi problemi di alcolismo, nonostante ciò godeva della protezione di Hitler, per il quale Ley provava un’ossessionata fedeltà. In attesa del processo, preferì impiccarsi nella sua cella.
Il primo a salire sulla forca fu Joachim von Ribbentrop, fu il ministro degli esteri della Germania nazista, siglò accordi importanti con l’Italia, firmando il Patto d’Acciaio assieme a Galeazzo Ciano, altro successo diplomatico fu il Patto di non aggressione con la Russia, firmato con il ministro sovietico Molotov. I suoi rapporti diplomatici servirono anche alla deportazione degli ebrei. Prima di morire esclamò “ Dio protegga la Germania”, infine aggiunse di sperare nella pace nel mondo.
Il secondo a morire fu Wilhelm Keitel, obbedì sempre e solennemente al Fuhrer, fu il capo dell’OKV, cioè il comando supremo delle forze armate. Desiderava essere fucilato come un soldato, ma la sua richiesta fu respinta, prima di morire ricordò i due milioni di tedeschi morti durante la guerra, esclamando infine: “Ora vado a riunirmi ai miei figli. Tutto per la Germania!”
Il terzo a salire sul patibolo fu Ernst Kaltenbrunner, diventò capo del RSHA nel 1943, negli ultimi due anni la sua carriera decollò, entrando in stretto contatto con Hitler. Nel processo fu accusato di essere responsabile degli Einsatzgruppen, cioè unità operative specializzate nello sterminio veloce di ebrei, zingari e avversari politici. Prima di morire ribadì che non era a conoscenza di certi crimini, poi dichiarò il suo amore per la Germania e il popolo tedesco, augurandogli buona fortuna.
Il quarto a morire fu Alfred Rosenberg, fu il teorizzatore del razzismo, considerava africani, ebrei e slavi, razze inferiori rispetto a quella ariana, si occupò della questione ebraica, impegnandosi nella realizzazione dello sterminio di massa. Durante il processo dichiarò di non pentirsi delle sue azioni, sostenendo che la filosofia nazionalsocialista fu interpretata male. Prima di morire fu l’unico che si rifiutò di dire le sue ultime parole, morì dopo una lenta impiccagione.
Il quinto a essere impiccato fu Hans Frank, fu l’avvocato di Hitler e dei nazisti, durante la guerra diventò governatore della Polonia, fu responsabile della morte di molti ebrei, uccise milioni di polacchi e sfruttò economicamente il paese unicamente a favore della Germania. Prima del processo provò a suicidarsi tagliandosi le vene ma senza successo, poi scaricò le sue responsabilità su Himmler, accusò i sovietici di avere altrettante colpe, infine si convertì al cattolicesimo. Le sue ultime parole furono: “Ringrazio per il trattamento ricevuto durante la prigionia. Chiedo a Dio di accettarmi nella sua misericordia”.
Il sesto a salire sul patibolo fu Wilhelm Frick, fu il ministro degli interni per la Germania nazista, responsabile dell’estensione delle leggi razziali contro la comunità ebraica. Prima di essere impiccato gridò: “Viva la Germania immortale!”
Seguì poi Julius Streicher, fu il Gauleiter del regime nazista, si occupava di fare propaganda contro la razza ebrea, istigando l’odio razziale dei tedeschi verso gli ebrei, fu allontanato dal suo ruolo e ogni altra carica nel 1940, accusato di appropriazione indebita di beni appartenuti agli ebrei. Durante il processo il suo quoziente intellettivo risultò inferiore alla media, forse Stricher era in preda al delirio, reputava che gli accusatori fossero tutti di razza ebraica, si considerava un profeta, un filosofo, e quindi non condannabile. Prima di morire nelle sue ultime parole citò la vicenda di Haman, ricordata nel Rotolo di Ester, paragonandola al processo in corso.
Poi fu la volta di Fritz Sauckel, fu generale plenipotenziario del lavoro, si occupò di trasferire 5 milioni di persone nei campi, schiavizzandoli ai lavori forzati. Durante il processo negò inutilmente ogni cosa, nelle sue ultime parole ribadì che era innocente.
Il penultimo impiccato fu Alfred Jodl, ebbe un ruolo di primo piano nell’OKW, quando criticò Hitler per aver intrapreso la campagna di Russia, fu rilegato ai margini del Terzo Reich. Prima di morire esclamò: “Ti saluto Germania mia!”
L’ultima impiccagione fu quella di Arthur Seyss-Inquart, fu un politico austriaco, diventò Cancelliere austriaco per un giorno, quello decisivo per aprire le porte a Hitler per l’Anschluss dell’Austria alla Germania nazista. Durante la guerra diventò Reichskommissar dei Paesi Bassi, l’obiettivo era di rendere il paese nazista, ma l’ex Cancelliere fallì, seguirono persecuzioni e saccheggi. Prima di morire le sue ultime parole furono: “Spero che la mia esecuzione sia l’ultimo atto della tragedia della Seconda Guerra Mondiale e che il mondo impari da questa guerra come la pace e la comprensione debbano esistere fra i popoli. Credo nella Germania”.
Il boia che si occupò delle esecuzioni, fu il sergente statunitense John C. Woods, tutti i cadaveri dei tedeschi furono cremati e le loro ceneri disperse rio Conwentz.
16 ottobre 2014.
7 Luglio 2017 @ 23:13
Non capisco perché Goring e Ley abbiano preferito suicidarsi. Così come Keitel che voleva essere fucilato. Come se un tipo di morte fosse migliore o più dignitoso di un altro. Il suicidio è un gesto stupido di chi non accetta il proprio destino e non sa affrontare la forca.
29 Maggio 2019 @ 15:03
Beh, è una questione di mentalità. L’impiccagione era considerata disonorevole per i militari. (e Goering lo era)
Il suicidio poi non è un gesto stupido porca puttana. Dipende sempre dal contesto, altrimenti le soldatesse curde che, contro l’ISIS, hanno preferito la morte alla violenza indiscriminata sono stupide.
28 Settembre 2019 @ 19:34
Certo Angela! Mi riferivo ai nazisti, non era una considerazione in generale!
15 Luglio 2017 @ 00:15
Hanno fatto bene a giustiziarli! I responsabili di quelle atrocità andavano puniti! Così dopo tante stragi gli toccò un bel cappio al collo! Interessante l’elenco che indica l’ordine in cui sono state effettuate le esecuzioni!