Oscar 2015: Miglior Film – In attesa del 22 febbraio, data nella quale verranno annunciati i vincitori degli 87 esimi Academy Awards, andiamo ad elencare e a conoscere meglio alcune delle nominations più importanti di quest’anno, iniziando con quella tanto ambita del Miglior Film.
American Sniper: diretto da Clint Eastwood, il film ha come protagonista un Bradley Cooper texano, che veste i panni del cecchino più letale nella storia delle forze armate statunitensi. American Sniper ha registrato un successo inaspettato, arrivando finora a cifre di pubblico incredibili, per un film di guerra che, soprattutto nei tempi recenti, non attira numeri così grandi. In America, probabilmente, ha ottenuto successi puntando sul desiderio dello spettatore di vedere celebrata la propria patria, il coraggio e il valore. Si ebbe un fenomeno simile ai tempi della guerra del Vietnam, negli anni Settanta, con film come Il cacciatore e Apocalipse Now, i quali trovarono un pubblico ricettivo a storie concernenti un conflitto anch’esso generalmente percepito come negativo, ma con personaggi e vicende realistiche. La pellicola ha ricevuto 6 nomination agli Oscar 2015.
Birdman: Film sulla carriera artistica e sulla capacità di connettere lavoro, famiglia e vita privata, interpretato da un cast stellare, che vede protagonisti Michael Keaton, Emma Stone e Edward Norton. l film è stato vietato ai minori di 17 anni negli Stati Uniti d’America per la presenza di contenuto sessuale, linguaggio non adatto e violenza. Birdman racconta una storia, utilizzando la tecnnica del montaggio fantasma, dove il ritmo è serrato e ogni passaggio è scelto accuratamente. Inarritu sceglie di narrare la storia di un uomo nelle sue debolezze, ma anche nelle sue presunzioni: nel suo normale essere. Il film ha aperto la 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia il 26 agosto 2014. La pellicola riceve poi ben nove nomination agli Oscar 2015, insieme all’altro candidato Grand Budapest Hotel.
Boyhood: Il film tratta della crescita di un bambino e del suo rapporto con i genitori divorziati. La composizione dell’intera pellicola è durata 12 anni, dal 2002 al 2013. Ai Golden Globes 2015 ha vinto nelle categorie ”Miglior film drammatico”, ”Miglior regista” (a Richard Linklater), e ”Miglior attrice non protagonista” a Patricia Arquette. Questo esperimento narrativo, incredibile nel suo genere, vuole celebrare il cambiamento che inevitabilmente avviene nelle persone, quando il tempo trascorre. Riesce a mostrare la vita nella sua staticità, nei suoi giorni calmi, nelle giornate tediose e lo fa senza trucchi, mostrando il volto di un vero attore che invecchia nel ruolo. Assolutamente consigliato.
Grand Budapest Hotel: diretto e co-prodotto da Wes Anderson, il film parla di Gustave H. , leggendario concierge di in un famoso hotel europeo tra le due guerre mondiali, stringe amicizia con il giovane impiegato Zero Moustafa, che diventa il suo protetto di fiducia. La loro storia si intreccia con quelle di un furto, e del successivo, recupero di un dipinto rinascimentale dall’inestimabile valore. Anderson si diverte nel mostrare le varie peripezie dei suoi personaggi, ma non tralascia l’abilità narrativa, riuscendo a portare alla luce una pellicola dalle molte facce, aiutato dai grandi interpreti scelti. Infatti il cast è stellare e di effetto, in particolare Ralph Fiennes, purtroppo non candidato. Il film è stato scelto come Film d’apertura della 64ª edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino, aggiudicandosi il Gran premio della giuria.
The Imitation Game: Uno straordinario Benedict Cumberbatch nei panni del matematico inglese Alan Turing che, durante la Seconda guerra mondiale mise le proprie capacità al servizio dell’esercito, per decriptare il Codice Enigma. Successivamente venne perseguitato a causa della sua omosessualità, arrestato e condannato alla castrazione chimica. The Imitation Game è un film che tiene conto degli svariati esempi cinematografici del passato e li cita nella sua struttura (da A Beautiful Mind a, addirittura, il Quinto Potere), realizzando un prodotto di valore, che enfatizza la bravura di Harvey Weinstein. Un film storico avvincente e dalla brillante interpretazione, degna della nomination all’Oscar, di Cumberbatch.
Selma: diretto da Ava DuVernay, il film è ambientato negli Stati Uniti, durante la presidenza Johnson, e tratta della marcia di protesta del 1965 a Selma, Alabama, guidata da Martin Luther King. Manifestazione totalmente pacifica, per ribellarsi ai soprusi subiti dai cittadini afroamericani negli Stati Uniti, ma proprio per la sua natura rivoluzionaria venne repressa nel sangue. La regista mette a nudo la vicenda, senza timori reverenziali, ma dimostrando rispetto per la complessità dei temi trattati, dimostrando una tecnica di regia accattivante, emozionante e vincente. Nel cast è presente anche una delle più famose conduttrici americane, Oprah Winfrey.
La teoria del tutto: film biografico, interpretato da Eddie Redmayne, che veste i panni del giovane Stephen Hawking, celebre fisico, astrofisico e cosmologo. Si tratta del primo prodotto su grande schermo a mostrare la vita di Hawking, dopo il film tv, dove il ruolo del protagonista era stato affidato a Benedict Cumberbatch, anche lui candidato all’Oscar quest’anno, insieme ad Eddie Redmayne. La pellicola è stata scritto da Anthony McCarten, tratta dal libro “Travelling to Infinity: My Life with Stephen” di Jane Hawking. Lo sceneggiatore ha trascorso quasi tre anni a convincere Jane a concordare un adattamento cinematografico del suo libro e lo stesso fisico si è detto soddisfatto del prodotto finale.
Whiplash: film sulla carriera di un batterista jazz e sulla difficoltà da lui vissute nella scuola di musica che frequenta, dove il direttore d’orchestra (J. K. Simmons, candidato per il ruolo) è un insegnante che utilizza metodi anche crudeli per ottenere il massimo dai suoi studenti. Simmons ha vinto il Golden Globe, per la sua parte da spietato mentore, ma anche il protagonista, Miles Teller, è credibile e talentuoso. Whiplash è un film indipendente dalle canoniche strutture narrative statunitensi e si discatta anche per trama e morale: è nuovo, è fresco. Il direttore d’orchestra non potrà, per i più appassionati, che ricordare Full Metal Jacket.
di Lidia Marino
21 gennaio 2015