La prima settimana di settembre è stata un vero calvario per la sindaca Raggi visto che si è ritrovata con cinque poltrone vacanti a causa delle dimissioni di massa presentate nel giro di poche ore da Raineri, Minenna, Brandolese, Rettighieri e Solidoro. Ha accusato il colpo, non ha proferito parola a riguardo, ha nominato il nuovo amministratore unico di Atac e il nuovo assessore al Bilancio e solo attraverso un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha analizzato quest’ultimo periodo, ammettendo anche alcuni ritardi:
“Qualche ritardo c’è stato — noi non diciamo bugie — ma, allo stesso tempo, posso affermare con tranquillità che abbiamo recuperato. Nel giro di poche ore abbiamo sostituito l’amministratore unico di Atac e l’assessore al Bilancio, abbiamo avviato una due diligence, una revisione di quanto fatto finora che evidentemente riguarda anche gli stipendi. Ma ci tengo a sottolineare quanto fatto sui rifiuti: abbiamo trovato il caos. Erano mesi che gli impianti Tmb di Rocca Cencia e Salaria erano pieni e rotti. Noi in neanche due mesi li abbiamo svuotati e li stiamo riparando. Stiamo bonificando le aree per le isole ecologiche. E gli operatori Ama stanno dando il massimo per tenere la città pulita”.
SULLE DIMISSIONI – “Il 29 agosto ho chiesto un parere sulla nomina dell’unico contatto ex articolo 110 (quello di Carla Raineri, ndr). Il 31 agosto è arrivata la risposta a quest’ultima richiesta che dichiarava l’illegittimità della procedura applicata ed invita a ricondurre la nomina all’interno dell’articolo 90. Durante il mio ultimo colloquio con Raineri le è stata proposta questa soluzione che lei ha rifiutato. Raineri mi è stata presentata dall’ex assessore Marcello Minenna che riteneva la sua presenza indispensabile all’interno della squadra. Mi aspettavo le accuse di Minenna? No, anche se conoscevo il loro legame. In realtà, non mi aspettavo neanche le dimissioni della stessa Raineri e di Alessandro Solidoro”.
GLI ERRORI – La sindaca Raggi, dopo aver detto di voler scorporare le deleghe al Bilancio e alle Partecipate perché hanno bisogno di particolare attenzione, ha parlato degli errori commessi in questo inizio e ne ha individuato uno ben preciso: non aver fatto sentire coinvolti tutti i consiglieri. Ma ora si volta pagina perché “questa momentanea difficoltà e questa riorganizzazione ci hanno ricompattati e resi più forti”.