Società Libera è un’associazione culturale nata 14 anni fa che si occupa della cultura politica senza però essere parte del mondo politico. L’obiettivo di Società Libera è far sì che la gente sia consapevole del fatto che uno Stato di diritto per essere legittimato deve essere in grado di dare delle risposte ai problemi che colpiscono la società civile.
In occasione della conferenza stampa “La passione per la libertà” sono intervenuti vari esponenti del mondo liberale, tra cui Vincenzo Olita, Direttore di Società Libera, che ha introdotto gli argomenti poi trattati in modo specifico, Edoardo Croci, Edoardo de Blasio, Marco Marchese, Alessandro Massari, Stefania Fuscagna e Roberto Falcone.
La conferenza non è altro che il risultato di un incontro avvenuto il primo marzo tra varie organizzazioni liberali, dal quale è scaturita una mozione comune. I temi stabiliti, proprio perché importanti, hanno messo d’accordo tutte le organizzazioni, che, al di là della politica, hanno deciso di concordare e portare avanti l’iniziativa insieme per sensibilizzare sia l’opinione pubblica che(sia) i rappresentanti istituzionali sul bisogno di attuare alcune riforme liberali, prevede
Vincenzo Olita ha espresso la necessità di superare la Legge Gasparri e privatizzare almeno due reti Rai dato che l’informazione risponde al potere politico ed è inadeguata. Questa inadeguatezza rende il canone la tassa pi odiata dagli italiani e per questo il 12 maggio, dalle 18:00 alle 20:00 ci sarà il Lunedì della Libertà, una manifestazione sotto la sede Rai in Viale Mazzini.
Alessandro Massari, membro della Direzione Nazionale Radicali Italiani, ha parlato della necessità di separare Banche e rispettive Fondazioni, tema molto caro ai Radicali. I problemi principali sono due: le Fondazioni vengono viste come ricovero per politici, tanto che Enti locali e Regioni nominano chi guida le Fondazioni, ma chi viene nominato non ha le competenze necessarie; a loro volta le Fondazioni scelgono gli amministratori delle Banche, che costituiscono una classe dirigente non all’altezza. Attraverso questo meccanismo i Partiti controllano Fondazioni e Banche e “da vent’anni – come dice Massari – il Paese è ingessato sulle riforme”. Il problema economico è legato al problema del credito: le Banche andrebbero ricapitalizzate, ma nessuno nel mondo politico agisce in merito. Sulle Banche è intervenuto anche Valpes, che ha detto che la Banca per ottenere un aiuto di Stato non deve avere alternative possibili e che in Italia, più che puntare a un approccio virtuoso, si
Stefania Fuscagna, Presidente di Società Libera, è intervenuta sui temi delle elezioni dei Capi d’Istituto e della soppressione degli Uffici scolastici regionali affermando che “in Italia la situazione è demenziale” dato che non il mondo scolastico non è basato su un sistema che prevede valutazione, premiazione e autonomia; gli istituti non godono neanche di una stabilità fisica; i Capi d’Istituto, che dovrebbero essere dei punti di riferimento (premiati se svolgessero bene i loro compiti), vengono chiamati manager, ma non hanno le competenze adeguate per svolgere le proprie attività e per loro si chiede l’elezione diretta. La Fuscagna ha poi parlato degli Uffici scolastici regionali, che non hanno una “missione” specifica, non hanno poteri delegati, ma sono in mano a Enti locali e il Ministero si occupa delle nomine, ma poi è quasi estraneo a ciò che accade. Non si conoscono le modalità che permettono di entrare negli Uffici regionali né il perché e, alla luce dei dati, le organizzazioni hanno concordato per la soppressione.
Marco Marchese, Liberi Tv, ha parlato dell’abolizione della Commissione Bicamerale Antimafia, “una provocazione per dare una scossa. Bisogna dare segni di discontinuità dalla politica”. Alle spalle della Commissione c’è la legge istitutiva del 1962, che prevede la presenza di 25 deputati e 25 senatori. I problemi portati alla luce da Marchese riguardano gli atti, “che si fermano nei cassettoni della Commissione e contengono le soluzioni” e la legge sull’autoreciclaggio, che ancora non incide. Poi fa una domanda: “Perché nessuno ha ancora aperto un dibattito sulla relazione di Pisanu?”. La mafia è la causa diretta dell’arretratezza socio-economica del Mezzogiorno, dove prolifera. Il 70% delle aziende viene condizionato dalla criminalità organizzata, che ogni anno ha un fatturato maggiore del PIL del 15%. Nonostante i dati però nessuno apre un dibattito per contrastare la mafia.
Edoardo Croci, I Liberali, ha sottolineato che i temi trattati in conferenza potrebbero essere punti cardine dell’agenda politica liberale, l’unica che guarda al futuro e in grado di portare alla crescita osando con questi punti, perché “toccano elementi fondamentali e incrostati”. Mentre in altri Paesi si hanno trasparenza, responsabilità e chiarezza, in Italia dominano opacità e irresponsabilità, motivo per cui si deve smantellare questo stato sociale che va contro il cittadino.
Roberto Falcone, Italia Ies, si è soffermato sul problema che affligge la sanità, che parte proprio dall’ordinamento. La legge 833 del 1978 si ispira al principio di assegnare, a parità di condizioni, la stessa quantità di risorse per abitante a tutte le regioni e la sua attuazione è delegata alle regioni stesse. Falcone sottolinea che più che di una delega si tratta di un’abdicazione perché i Governi non esercitano alcun tipo di controllo, nonostante l’accordo sancito l’8 agosto 2001 tra Stato e Regioni, che prevedeva un tavolo di monitoraggio e verifica. L’esponente di Italia Ies ha continuato dicendo che senza il controllo dello Stato non può essere attuato il risanamento della spesa sanitaria e che il Ministero della Sanità dovrebbe prendere quattro provvedimenti: deve istituire un organo ispettivo interno; deve stabilire il valore standard del costo di tutte le prestazioni: deve controllare la quantità di fabbisogni soddisfatti; deve calcolare il valore dei costi standard e le spese effettive di ogni esercizio.
Per ultimo è intervenuto Edoardo de Blasio, PLI, che ha parlato del patrimonio artistico italiano, che non viene gestito bene, non si mette a profitto ma lo si fa decadere ritardando anche le opere di restaurazione. Il patrimonio artistico italiano – come detto da Edoardo de Blasio – è composto anche da enormi tesori nascosti, che non vengono esposti nei musei nazionali. Allora come si può valorizzare questo patrimonio? Secondo lui necessario fare gare d’appalto (a livello nazionale e a livello internazionale), restaurando le opere in Italia (è un modo per dare lavoro) e sbloccando la burocrazia, estremamente lenta e difficoltosa in Italia.
In chiusura la parola è tornata a Vincenzo Olita, che ha spiegato che sei realtà diverse hanno individuato dei punti sui quali soffermarsi, da trasformare in proposte vere e proprie, come la manifestazione prevista per la privatizzazione delle reti Rai.
Roma 24 aprile