Roma, 12 novembre – Chiunque ha avuto la possibilità di trovarsi di fronte alle monumentali opere delle piramidi egizie, della muraglia cinese, dei massi Stonehenge o della Città Proibita ha provato una forte emozione di grandezza e di stupore. Una sensazione indicibile che lascia ogni osservatore a bocca aperta e incantato. Subito dopo ci si chiede come fosse stato possibile per gli antichi privi della nostra tecnologia creare un’ opera ancora in piedi e così imponenente con il solo uso della forza lavoro e quindi delle mani. A riportarci con i pedi per terra è Terry Hunt, archeologo dell’Università di Oregon che studia la cultura dell’isola di Pasqua: “Ci dimentichiamo che gli antichi erano intelligenti, esattamente come noi. In realtà forse si concentravano di più visto che non avevano tutte le nostre distrazioni”. Gli antichi procedevano con estro artistico e con l’uso di una corda e per i massi più pesanti si ricorreva agli animali e ai vantaggi apportati da alcuni effetti climatici. Come nel caso della Città Proibita dove per spostare i massi si aspettava il ghiaccio invernale che veniva lubrificato con l’acqua secondo quanto sostenuto rivista Proceedings of National Academy of Sciences.
Fonte: National Geographic Italia