E’ un Rudi Garcia in vena di parlare e di specificare diversi punti controversi quello che a Pinzolo, nel ritiro della Roma, ha deciso di parlare alla stampa. Prima di tutto però l’atmosfera che circonda la squadra: “La realtà è veramente bella. Vedo i tifosi molto entusiasti. Ci sono tante famiglie e non dimentico che sia io che i giocatori siamo stati bimbi e appassionati di calcio. Anche noi guardavamo con questi occhi i nostri idoli. I bambini sono il futuro della tifoseria romanista”.
Sui giocatori in ritiro e non solo: “Romagnoli arriverà il 13 e Ibarbo il 20, ma tutti questi sono importanti. Così come lo sono quelli che ho portato qui. Anche i giovani. Non solo possiamo avere un occhio sul campo per loro. Possiamo capire quale siano le abitudini della squadra. Ogni giovane che è arrivato da quando ci sono io, si è mostrato molto educato e pronto ad accettare i consigli. Questo vuol dire che si fa un gran lavoro a livello giovanile”.
Poi ecco la prima precisazione: “Io non ho mai detto che avremmo venduto dei giocatori del mio gruppo. Ho detto che il gruppo è lo stesso tranne Iago Falque. Lui è un vero giocatore di pallone, è molto umile, mi sembra un uomo di qualità e di valore e sono sicuro che ci aiuterà tanto. Sul mercato lavoriamo in sintonia io Pallotta e Sabatini. Sono contento che sia arrivato Iago Falque e ovviamente arriveranno altri giocatori perché ogni anno la società e noi tutti lavoriamo per far crescere la squadra. Non bisogna avere fretta, ma io che sento spesso Walter e il presidente posso assicurare che avremo una squadra competitiva. Cerchiamo tre ruoli ben precisi ma non abbiamo fretta”. Poi Garcia passa al capitolo preparazione, vero tallone d’Achille dello scorso anno: “Per essere chiaro: io e il presidente ci sentiamo spesso. E sento ogni giorno i dirigenti italiani: Mauro e Walter. Avevo già parlato con il presidente a gennaio e avevamo concordato di migliorare le strutture, perché la crescita non va fatta solo sulla squadra ma anche sulle persone che la preparano e curano. I dottori che avevamo l’anno scorso sono non solo ottimi professionisti ma anche brave persone. Io ho deciso con il presidente di prendere delle altre persone di qualità perché spero ci aiutino ad avere una stagione buona, con meno infortunati magari. Ecco quello è stato un nodo della stagione. Ora andiamo in contro ad una stagione che non viene dopo un mondiale e non è inframezzata dalla coppa d’Africa. Penso che per questo e altre ragioni le cose andranno molto meglio”.
E a chi gli chiede se si sente depotenziato dopo le ultime decisioni societarie in ambito del suo staff, Garcia risponde così: “Fare la conferenza sull’anno scorso non ha senso. Io sono sereno: le cose non sono cambiate. Non sono né più debole, né più forte di quando sono arrivato. Ognuno ha il suo ruolo e il mio obiettivo è migliorare il risultato. Il futuro è oggi. Abbiamo un’amichevole domani e una tournée. Tornati da lì avremo ancora 4 settimane per preparare la stagione. Siamo concentrati solo questo e ora che mi conoscete sapete come mi piace il buon senso. Divisione del lavoro con Norman? Come l’anno scorso. Ognuno ha responsabilità rispetto alle proprie competenze. Quello che posso dire è che Ed Lippie lo conoscevo mentre Darcy l’ho scoperto. Mi piace il suo buon senso. E’ una persona che ha delle convinzioni, sa quello che fa e cerca sempre di spiegare ai giocatori perché facciamo le cose. E’ una mossa intelligente perché la preparazione fisica dev’essere quasi richiesta dai giocatori perché loro sanno che se sono al top da quel punto di vista possono dare il meglio. Su questo punto lo staff dell’anno scorso, e io per primo, abbiamo fatto il meglio per accogliere i nuovi arrivati. L’unica cosa brutta sarà che abbiamo tolto il preparazione fisico a Jim Pallotta. Spero allora di vedere un presidente vincente alla fine dell’anno, ma sono certo che sarà appesantito da qualche kilo in più. Ho scelto io Norman? Io ho detto al presidente che era mia intenzione migliorare le strutture. Sono 25 mesi che chiedo una balneoterapia a Trigoria, l’avremo a settembre. A volte per fare le cose ci vuole un po’ di tempo, poi arrivano. E’ quello che facciamo sempre: non ho scelto tutti i nuovi arrivati nello staff l’anno scorso. Si decide insieme chi arriva e non arriva”.
Sul gioco Garcia ammette di non aver cambiato filosofia ma qualche errore c’è stato: “Non parlano solo i numeri. L’anno scorso abbiamo finito come l’anno prima cambiando non uno ma tutti e quattro i difensori. Abbiamo finito secondi, il che significa che tutta la squadra difende abbastanza bene. Ammetto che sul piano difensivo siamo stati meno efficaci nella seconda parte rispetto alla prima, mentre sul piano del gioco continuo a pensare che se giochiamo bene abbiamo più chance di vincere. Nella seconda parte della scorsa stagione abbiamo giocato peggio per varie ragioni. Ho anche cambiato atteggiamento della squadra, rendendola più attendista, ma questo era dovuto alla situazione della rosa, che era piena di infortunati e assenti. La cosa più importante è il risultato finale e ci può stare che ci si adatti in certe situazioni perché si è costretti a farlo. Io continuo a volere un gioco spettacolare come quello della Roma dei miei primi 18 mesi. Sbagliare? Tutti sbagliano. L’importante è sempre cercare di sbagliare di meno ed è quello che proverà a fare quest’anno. Per me siamo in fase di crescita. Vogliamo sempre migliorare le cose e lavoriamo in questa direzione. Ovviamente quest’anno l’obiettivo sarà di qualificarci per la terza volta consecutiva in Champions League sapendo che ancora una volta non saremo i favoriti. Noi, e io per primo, faremo di tutto per dar fastidio ai favoriti come abbiamo fatto nei primi 18 mesi della mia permanenza qui. Le ambizioni sono diversa dagli obiettivi: sono senza limiti. Io sono ambizioso e da quando sono arrivato ho sempre detto di voler vincere un trofeo con la Roma. Non ci siamo riusciti per varie ragioni, e anche per meriti del favorito. Dobbiamo però essere pronti ad approfittare se il favorito molla. Se la nostra stagione è perfetta e gli altri mollano il loro obiettivo noi vinciamo: questo mi è successo con il Lille e spero possa accadere di nuovo”.