Roma, 28 ottobre – Se ne sono dette di tutti i colori sul suo conto. Ma certo un’affermazione come questa lascia basiti per la sua “particolarità”. Secondo Werner Dahlheim, storico ed esperto della vita di Cristo, la verità è questa: «Il figlio di Dio era disabile, è venuto in terra per stare al fianco delle persone più sfortunate». È la teoria elaborata dallo studioso tedesco, il quale afferma: «Nel IV o V secolo quest’immagine venne sostituita con quella dell’uomo con tanti capelli e la barba».
Lo storico ha appena pubblicato il suo nuovo libro “Die Welt zur Zeit Jesu” (Il mondo ai tempi di Gesù) ed in un’intervista rilasciata al quotidiano “Tages Anzeiger” Dahlheim ha anche fatto menzione di antichi documenti, riguardanti il Dio cristiano, i quali avallerebbero la sua tesi. Egli sostiene come l’esistenza del figlio di Dio sia indiscutibile, ma è altresì convinto di come i vangeli ci abbiano trasmesso una verità della fede, dunque distorta se comparata con quella storica. Dunque, sarebbe realmente impossibile sapere cos’abbia fatto Gesù durante la sua esistenza terrena.
Dahlheim prosegue, affermando come Gesù fosse visto in cattiva luce dai romani, essenzialmente come un ribelle. Secondo i suoi studi, inoltre, la prima immagine che lo raffigurava risalirebbe all’anno 170, dunque neanch’essa aderente alla realtà. Secondo lui, non ci sarebbe alcuna indicazione riguardante il fatto che il figlio di Dio avesse barba e capelli lunghi.