Roma, 28 ottobre – Una domenica “emotivamente” difficile. Dopo l’addio a Lou Reed, ci si ritrova costretti a salutare un altro mostro sacro. Nella mattinata di ieri, infatti, è morto il regista Luigi Magni all’età di 85 anni. Nato nella Capitale, aveva esordito nel cinema nelle vesti di sceneggiatore nel 1956, lavorando al fianco di “grandi” come Alberto Lattuada, Camillo Mastrocinque e Mario Monicelli, senza dimenticare l’attività di soggettista in collaborazione con Age & Scarpelli. Dodici anni dietro la scrivania e poi, nel 1968, il passaggio dietro la macchina da presa. Fra le sue pellicole più note si ricordano “Nell’anno del Signore” ed “In nome del Papa Re”. Durante le riprese di quest’ultimo film nacque il lungo e fortunato sodalizio con Nino Manfredi.
Ed è proprio stato in concomitanza della morte dell’amico Manfredi nel 2004 che Magni ha terminato la sua produzione cinematografica. Proprio nello stesso anno, il regista aveva ricevuto il premio “Stupor Mundi” da parte del Trani Film Festival, riconoscimento alla carriera ispirato a Federico II di Svevia. Quattro anni dopo è stata la volta del David di Donatello alla carriera per celebrare i suoi ottant’anni, quaranta di cui trascorsi nelle vesti di regista.
Dopo l’esordio nel 1968 dirigendo Vonetta McGee, Enzo Cerusico e Renzo Montagnani nella commedia “Faustina”, Magni conosce il successo l’anno successivo grazie al suo secondo lavoro: “Nell’anno del Signore”. La pellicola delinea il suo marchio di fabbrica: commedie ambientate nella Roma papalina e risorgimentale, ondeggiando tra l’aspetto farsesco e quello drammatico, senza dimenticare il linguaggio squisitamente romano.
Grazie all’incontro sul set di quest’ultimo film, la collaborazione con Nino Manfredi prosegue nei film “La Tosca” (1973) con Monica Vitti ed “In nome del Papa Re” (1977), grazie al quale il regista viene premiato il David di Donatello per la migliore sceneggiatura. Tra i suoi ultimi film: “Secondo Ponzio Pilato” (1987), “O Re” (1988), “In nome del popolo sovrano” (1990), “Nemici d’infanzia” (1995), il quale gli vale il secondo David di Donatello per la sceneggiatura, insieme a “La Carbonara” (2000). Il suo ultimo film per la tv fu “La notte di Pasquino” (2003), nella quale Nino Manfredi si dà alla sua penultima interpretazione.