Pescara, 9 novembre – Chi lo voleva in disparte e travolto dall’oblio dopo l’anatema di Berlusconi, al quale ebbe occasione di dimostrare pubblicamente il suo dissenso prima della frattura insanabile, si troverà deluso. Gianfranco Fini, presente a Pescara nella giornata di ieri per la presentazione del suo nuovo libro “Il Ventennio – Io, Berlusconi e la destra tradita” è apparso a tutti più carico che mai e fortemente intenzionato a rimanere da protagonista nel panorama della scena politica italiana.
L’ex Presidente della Camera ha risposto alle numerose domande che gli sono state poste durante l’incontro, giustificando senza giri di parole come la sua assenza dagli scranni del Parlamento sia da addurre esclusivamente al volere degli elettori. La lontananza dal principale palcoscenico della vita politica del Bel Paese, anzi, l’ha determinato ancor di più. Nessun calumet della pace viene riservato ai suoi ex alleati politici. Infatti, Gianfranco Fini considera la stesura del proprio libro un vero e proprio atto politico a tutti gli effetti.
Tra le pagine del suo libro, viene percorsa in rassegna la sua storia politica in maniera minuziosa, insistendo sul fatto d’esser stato presente in Parlamento per ben trent’anni nei quali è stato capace di rivestire ruoli fondamentali, sino ad arrivare alla presidenza della Camera. Bolla la nostalgia dei tempi andati come inutile, non portando ad alcunché di buono e, al contrario, ritiene come sia indispensabile al giorno d’oggi domandarsi dove la politica sta andando a finire. L’obiettivo, come afferma lo stesso Fini durante il meeting, è quello di: «Poterla reindirizzare rispetto alle aspettative che nutrivamo in passato ed il bilancio non è stato positivo».
Inevitabile la chiosa sul Popolo delle Libertà. Egli non si dice minimamente pentito d’aver contribuito alla sua nascita che, al contrario, reputa un passo fondamentale nella sua storia politica. Tuttavia, si dichiara apertamente colpevole per non aver compreso prima la natura di Silvio Berlusconi. Non rinnegando una singola virgola del suo passato e dichiarando come egli sia tra quelli che: «Hanno votato il “Porcellum” perché, altrimenti, gli italiani non avrebbero capito», Gianfranco Fini chiude il convegno con inattesa determinazione. Ora, il banco di prova delle prossime elezioni certificherà se tutto sarà pronto per il suo rientro in Parlamento.