Angelo Stazzi, l’infermiere 69 enne che tra dicembre 2008 e settembre 2009 ha ucciso cinque dei sette pazienti ricoverati presso la “Clinica Alex” di Sant’Angelo Romano, è stato condannato all’ergastolo. Così ha deciso la III Corte d’Assise, condannandolo così al carcere a vita.
“Con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, mediante somministrazione di massicce dosi di farmaco ipogligemizzante, volontariamente cagionava la morte”, con un’ulteriore nota integrativa dell’accusa in riferimento all’utilizzo di psicofarmaci per circuire le vittime.
Sia la clinica che Stazzi sono stati inoltre condannatiin solido a risarcire i familiari dei pazienti in sede civile.
L’angelo della morte, tra l’altro, era stato già condannato a 24 anni di reclusione per l’omicidio della collega Maria Teresa dell’Unto, datato 29 marzo 2001. Un delitto legato a questioni economiche irrisolte fra i due. La donna aveva prestato diverse somme di denaro allo stesso Stazzi senza però che quest’ultimo gliele restituisse. Un’amicizia di vecchia data e con alla base un legame sentimentale – mai accertato – finita in tragedia.
Secondo il pm Gabriele Fazi le uccisioni dei pazienti a Villa Alex hanno avuto natura dolosa, con l’infermiere alla ricerca di quello che potremmo definire il delitto perfetto, tanto caro alle personalità disturbate che si macchiano di omicidi seriali. Il movente? “provare il brivido di tenere una vita umana nelle proprie mani, di decidere se spezzarle oppure no con un animo crudele e narcisistico”. Detto questo «l’imputato non merita alcuna attenuante”, conclude il pm.
Del tutto contrario la tesi dell’avvocato di Stazzi, naturalmente: “nessuna prova, ma solo ipotesi. Il pregiudizio è l’elemento sul quale è stato costruito un processo nato e rimasto senza movente”.
Detto questo, la Corte ha accettato la tesi dell’accusa.
Roma, 1 aprile