Ignazio Marino vende. Il sindaco di Roma ha le idee chiare al riguardo: “taglieremo 30 società inutili”. Da Multiservizi a Farmacap, il Campidoglio punta dritto al risparmio.
Il primo passo di Marino sarà la vendita di tutte le società di secondo livello che fanno capo all’Ama, come la Multiservizi, e le 44 farmacie comunali, appunto, della Farmacap. Il secondo, non meno importante, sarà quello di chiudere Roma Metropolitane, permettendo all’Agenzia per la Mobilità di assorbirne le funzioni. In Atac, invece, verranno incorporate sia la manutenzione – oggi gestita da Ogr srl -, sia la gestione degli immobili di Roma Patrimonio srl. Il tutto avverrà con la cessione delle quote azionarie detenute dal Comune di Roma, a cui seguirà entro fine anno la liquidazione relativa a tutte le partecipate. Inoltre, saranno restituite alla regione Lazio due tenute agricole gestite da tempi biblici dal Campidoglio.
Vi abbiamo appena elencato il piano strategico per la dismissione di tutte quelle aziende che il direttore esecutivo di Palazzo Senatorio Massimo Bartoli ha intenzione di mettere in atto per alleggerire le casse del Comune. Alcune indiscrezioni dicono che il piano potrebbe già partire dalla prossima riunione in programma. Oltre ai tagli e il relativo risparmio di decine e decine milioni di euro, verranno tagliate anche molte poltrone “costose”. Il tutto, per dimostrare al Governo come la fiducia concordata attraverso la stipula della nuovo “Salva Roma” sarà immediatamente esecutiva.
“A Roma la cultura degli ultimi cinquant’anni è stata quella di spendere danaro che non c’era, indebitando le generazioni future. Io non intendo farlo”, ha detto Marino da Madrid. “Dopo che la giunta avrà votato il bilancio, a fine settimana cancelleremo trenta società e organismi municipali che non servono a nulla. Si tratta di società di secondo livello”, su cui “gli assessori competenti per materia stanno discutendo in queste ore con i tecnici del bilancio”, molte delle quali “create negli anni per obiettivi diversi dai nostri, da quelli professionali”.
Del resto, l’indagine preliminare condotta da Bartoli ha svelato non poche incongruenze su numerose fondazioni, aziende speciali e partecipazioni, di cui spesso non si capisce del perché esistano, o esistano ancora. “Ma come è possibile”, si è domandato Marino, “mantenere aziende comunali come 44 farmacie – le uniche in perdita in tutto il continente europeo – con un deficit di 10 milioni l’anno e “un fatturato del 70% inferiore a quello delle farmacie limitrofe?” Detto questo, il sindaco di Roma promette che, “in ogni caso, non saranno i lavoratori a pagare il prezzo: “Nessuno verrà licenziato, i dipendenti saranno garantiti e spostati in altre aziende”. Insomma, il contrasto della logica clientelare terrà conto dei posti di lavoro in ballo all’interno delle società partecipate. In attesa, ovviamente, che l’emendamento sul Salva Roma venga convertito in legge dal Parlamento.
Di gente che dovrà essere collocata, comunque, ce ne sarà un bel po’, con molte aziende detenute da Ama – in tutto una ventina – che verranno venduto se non chiuse. Il 51% della Multiservizi verrà messo sul mercato, in liquidazione, al contrario, finiranno Ama Soluzioni Integrate e la Ecomed; Ama Servizi Integrati e il Consorzio Alementama (per cui la procedura è stata già avviata); più tutte le altre, dal Corise, alla Cisterna Ambiente. Comprese alcune fondazioni che con l’Ama sembrano azzeccarci poco, vedi gli “Amici del Teatro Brancaccio“. A queste, si potrebbe aggiungere, infine, anche “Insieme per Roma“, figlia dell’amministrazione Alemanno, volta a curare il decoro.
Sul fronte Atac, a parte le società a cui si è già accennato, verranno messe in liquidazione altre due grandi aziende di secondo livelllo: Trambus Open spa e Bravobus finiranno in liquidazione. Le rimanenti quote azionarie invece verranno cedute.
I tagli toccheranno anche il Centro agroalimentare romano, con l’incorporo della Cargest, sempre se il Campidoglio sarà interessato a detenere una società in tale ambito.
Il piano ambizioso si incrocerà, va da sé, con il bilancio previsionale 2014, con l’esame di quest’ultimo slittato da oggi a venerdì 11 aprile. Il motivo del rinvio, secondo quanto riportato da una nota ufficiale, è collegato al fatto che l’assessore Morgante non ha ancora completato il giro di colloqui per mettere a conoscenza della manovra i colleghi. una nota meno ufficiale, ma allo stesso tempo più realistica, parla invece di colloqui non andati, per così dire, bene, con l’assessore deciso a tagliare tutto e gli altri a fare muro a questa possibilità. Il Pd, nel frattempo, spinge qualsiasi decisione a dopo l’approvazione del decreto “Salva Roma”.
Una decisione che sembra essere stata confermata indirettamente dallo stesso Capogruppo Francesco D’Ausilio, il quale ha fatto riferimento a due novità fondamentali: la prima è la proroga per la presentazione dei bilanci comunali, la seconda quella relativa agli emendamenti sugli enti locali, che se approvati darebbero respiro al bilancio della Capitale. Nello specifico, la norma relativa al “patrimonio immobiliare” potrebbe garantire entrate per circa 260 milioni, una vera e propria boccata d’ossigeno per la Giunta Marino, alla ricerca dei soldi per salvare la città di Roma dal fallimento.
Roma, 8 aprile