“Era una partita delicata perché loro avevano in panchina un grande allenatore come Beppe Iachini che presto gli darà una nuova identità alla squadra. Oggi siamo stati perfetti e non abbiamo concesso niente facendo anche cose di qualità”, dice Luciano Spalletti ai microfoni di Radio Rai al termine di Roma-Palermo. “Ci abbiamo messo un pochino, poi sono state cinque vittorie importanti che ti fanno stare li nel gruppo a due passi dal paradiso ma dobbiamo migliorare nei cali di pressione, nelle ripartenze per prendere campo in velocità. Invece non sappiamo quando dobbiamo gestire il pallone e ribaltare l’azione”.
A Sky invece analizza meglio la partita: “Siamo partiti piano, la palla viaggiava lenta sembrava si fosse un po’ piatti nella testa. Dopo che Edin ha sbagliato quel gol la situazione è cambiata, era affranto. Ma poi lui l’ha sbloccata e ha dato il via alla squadra che ha fatto vedere un buon spirito. Ma dobbiamo migliorare perché non sappiamo se andare a far male o restare a posto”.
Ovvio poi non parlare del caso Totti e Spalletti dice: “C’è stato dispiacere da parte mia per questa scelta ma poi il ruolo, il lavoro, i segnali da dare alla squadra… Io sono qui per sistemare le cose ecco perché mi ha chiamato la Roma. Io ero convinto di farlo giocare, ma poi lui un paio di cose l’ha dette per questo diventa difficile. Il rispetto? Il rispetto… se rispetti uno non puoi non rispettare gli altri 25. A me dispiace, non voglio nessun duello con nessuno. Voglio che la Roma vinca. Io sto bene se la Roma vince. Nervoso per il rinnovo? Io nella prima intervista di presentazione toccai questo tasto senza che mi fosse chiesto niente. Perché diventa la cosa principale. Lo toccai dicendo che io devo fare la mia parte. Io gli ho messo a disposizione nel mio ufficio insieme a Vito Scala, facendo dei nomi, qualsiasi ruolo. Perché lui deve pensare a cosa fare nel futuro. Vuoi fare Giggs? Fai Giggs sempre seduto vicino a me. Dietro la sua storia a Roma ci si può costruire qualsiasi ruolo. Li può fare tutti. Ha quel carisma lì, in questo ambiente. Tutti prendono un verso, seguiranno una traccia che sarà quella che dirà lui. Vuoi fare Nedved? Fai Nedved. Vuoi fare il calciatore? Fai il calciatore. Io sono stato chiamato a risollevare le sorti di una squadra, non posso concederti niente. Qualche debolezza l’ho avuta. Non voglio litigare con nessuno. Lui quando ha reazione può arrivare da tutte le parti. Lui ha contribuito a far salire il ritmo dell’allenamento”.
Poi spiega ancora meglio: “La società sa che se Francesco va a chiedere qualcosa, io sto dalla parte di Francesco. Io mica sono uno venuto dal cielo. So quella che è la bellezza di questo ambiente, il grande sentimento dei romani e stasera chiamavano Totti. Per cui assoluto rispetto per il campione e la sua storia ma ora bisogna fare delle scelte. Se lui vuole continuare a giocare, e se continua così qualche partita gliela faccio anche giocare, anche stasera potevo metterlo dall’inizio. Sotto l’aspetto della corsa dà meno di altri, sotto l’aspetto della qualità fa ancora cose in allenamento che le fa solo lui. Ma io non posso accettare che convochi una conferenza con chi gli pare e dica quello che gli pare. In squadra abbiamo giocatori e domani possono farlo tutti. Io un po’ di ordine devo darlo. Stamattina qualche missile è partito, tipo quello che non dico le cose in faccia è una cosa detta male. Gli ho detto che per la distrazione che ha creato oggi non era della partita e ovviamente nemmeno in panchina. Gli ho detto che era libero e Vito mi ha chiesto che doveva fare. Lui poteva anche venire con noi in pullman ma ha preferito andare a casa. Siccome ci sono persone che hanno a cuore Totti e lavorano per Francesco mi hanno detto che per lui non c’è niente. Domani finirò di chiarire questa cosa: a lui è dispiaciuto di più che non giocare”.