Roma, 25 ottobre – Le scuderie del Quirinale ospitano dal 18 ottobre 2013 al 9 febbraio 2014 la mostra “Augusto” che celebra il bimillenario della morte del princeps (19 agosto 14 d.C.). L’esposizione ricorda il primo e vero imperatore romano, Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, artefice della trasformazione della repubblica romana in impero, che seppe mettere insieme princìpi monarchici con conoscenze repubblicane, dando vita a un sistema contemporaneamente avanzato nel quale, con abile prontezza, riuscì ad accordare il vecchio con il nuovo, preservando i modelli tradizionali e aprendo la strada a inclinazioni riformiste.
Il percorso di questa emozionante mostra, curata da Eugenio La Rocca, Claudio Parisi Presicce, Annalisa Lo Monaco, Cécile Giroire, Daniel Roger, vanta di 200 capolavori delle più importanti collezioni pubbliche e private del mondo, che approfondiscono tematiche storiche e artistiche dell’epoca augustea. La presenza di reperti come statue, busti e volti in marmo, ma anche di gioielli, piatti e vasi illustrano sia la figura dell’imperatore, sia la nascita di una nuova età culturale, che sottolinea fortemente l’accostamento che unisce la figura del princeps al periodo di massimo splendore della storia di Roma.
Il punto centrale dell’esposizione sono le statue di Augusto che rivelano come l’imperatore inaugurò un’epoca di tipo classicheggiante, dove venne ovviamente ripreso il modello della Grecia classica che aveva la tendenza ad idealizzare i suoi personaggi. Infatti la realizzazione è piuttosto fredda e astratta. L’effetto di stanchezza e distanza psicologica delle statue ha come esito un’immagine studiata di distacco e spiritualità. Per quanto riguarda nello specifico alcune statue, sono da non perdere l’Augusto pontefice massimo da via Labicana conservato al Museo Nazionale Romano e l’Augusto di Prima Porta dei Musei Vaticani.
Inoltre spiccano per importanza e bellezza anche i cosiddetti rilievi Grimani con la loro perfezione artistica che mostra un piano scolpito davvero disegnativo della lavorazione della pietra, dove la scultura diventa quasi a tutto tondo ed erompe dal rilievo, senza rinunciare mai a un risultato ornamentale. La mostra prosegue il suo percorso affiancando al gruppo scultoreo anche importanti documenti dell’arte decorativa, come il tesoro degli argenti di Boscoreale e le perfette rappresentazioni del potere delle immagini nel mondo antico sottolineate dai pregiati cammei di Londra, Vienna e del Metropolitan di New York.
L’esposizione conclude il suo excursus con la ricomposizione di 11 rilievi, dell’edificio pubblico eretto originariamente in Campania in memoria di Augusto dopo la sua morte e dove vi è narrato uno scontro navale della famosa battaglia di Azio (2 settembre 31 a.C. ), che concluse la guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio. La battaglia segnerà il tramonto definitivo della repubblica romana, già da tempo in crisi, in quanto spianò la strada che condusse, nel 27 a. C., al conferimento a Ottaviano del titolo di Augusto e la fine dell’ultimo grande regno ellenistico, con la trasformazione dell’ Egitto in provincia romana.
Una mostra decisamente interessante, che offre aspetti molto importanti sia dal punto di vista artistico che storico. L’esposizione è ben organizzata e presenta un notabile numero di opere di mirabile bellezza e importanza, che mostrano un Augusto assai complesso, che godé di un grande prestigio. Il salvatore di Roma, l’uomo che aveva dato prosperità, e che continua ad essere ricordato anche dopo la sua morte.
di Angela Luchini